Valencia è una di quelle città che sa accontentare un po’ tutti. La sua gastronomia, il clima mite tutto l’anno e un interessante patrimonio sia culturale che naturale, la rendono di fatto una meta perfetta. Se poi ci aggiungiamo la vicinanza all’Italia e i prezzi economici, non abbiamo proprio più scuse per non andarci.
Nonostante sia la terza città della Spagna, Valencia è una meta a misura di turista, grazie a un centro storico che è stato interamente pedonalizzato, a una fitta rete di piste ciclabili che la percorrono in lungo e in largo e ad un efficiente sistema di trasporti pubblici. Valencia, infatti si è preposta l’ambizioso obiettivo di azzerare le emissioni nocive entro il 2030, ottenendo per questo il prestigioso riconoscimento di capitale verde europea del 2024.
PRIMO GIORNO: IL QUARTIERE DELLA CIUTAT VELLA
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La Cattedrale e il sacro Graal
La scoperta della città non può che iniziare dal cuore del centro storico, ovvero dalla Plaza de la Reina, dove svetta maestosa la Cattedrale di Valencia con la torre del campanile Miguelete. La visita della cattedrale è libera, ma occorre invece pagare un biglietto di ingresso per accedere alla cappella del Sacro Graal. Sembrerebbe infatti che il calice custodito nella cattedrale sia collocabile come datazione e come lavorazione al periodo in cui visse Gesù. Anche le ricerche fatte per seguirne le tracce nel corso del tempo fanno propendere per una sua autenticità. Ovviamente non si ha la certezza che sia proprio lo stesso calice utilizzato nell’ultima cena, ma gli studi effettuati non lo rendono nemmeno così improbabile. Nel dubbio io sono andata comunque a vederlo. Con il biglietto di ingresso si ha inoltre la possibilità di visitare la torre e il museo diocesano della Cattedrale, dove oltre a manufatti religiosi sono esposte persino due opere di Goya.
La Basilica rosa della Vergine degli abbandonati
Unita alla cattedrale da un arco, è la basilica rosa della Vergine degli abbandonati, patrona della città. Mi raccomando non limitatevi a guardarla solo da fuori! Gli interni con le pareti rosse, la forma ovale e la sontuosa cupola barocca, vi daranno più la sensazione di trovarvi in un teatro dell’opera piuttosto che in una basilica.
Horchateria di Santa Catalina
Proprio a due passi dalla piazza de la Reina, bisogna assolutamente entrare nella famosa horchateria di Santa Catalina. È un locale storico e una tappa obbligata a Valencia. Qui si deve gustare una delle specialità locali, ovvero la horchata, una bevanda rinfrescante a base di latte che viene estratto da un tubero tipico del territorio valenciano.
Mercato Centrale
Sempre a proposito di cibo, altra tappa golosa è il Mercato centrale. Merita sicuramente una visita, non solo per la sua particolare struttura in ferro, ma soprattutto perché è il più grande mercato di prodotti freschi d’Europa! Numerosi sono gli stands dove fermarsi a mangiare il meglio dei prodotti locali. Tra questi, il Central bar, aperto dallo chef stellato, Ricard Camarena.
Lonja della seda
Proprio di fronte al mercato, colpisce l’architettura della Lonja de la seda, un edificio simile a un castello nell’aspetto, dove avveniva appunto il commercio della seta. La sala più spettacolare è senza dubbio quella dove avvenivano le contrattazioni, caratterizzata da colonne di 16 metri di altezza che sostengono delle volte a crociera in stile gotico. La bellezza e l’importanza del sito, le hanno meritatamente valso il riconoscimento da parte dell’Unesco di patrimonio dell’Umanità.
SECONDO GIORNO: QUARTIERE BARRIO DEL CARMEN
Chiesa di San Nicola di Bari e San Pietro Martire
Davvero imperdibile è poi la chiesa di San Nicola di Bari e San Pietro Martire, se non altro perché è stata definita la cappella sistina di Valencia. L’ entrata è piuttosto defilata, se non ci si va appositamente si rischia di passarci davanti senza nemmeno farci caso, e sarebbe un vero peccato. Le foto purtroppo non rendono la meraviglia che è ma aiutano a farvi un’idea. Una chiesa interamente affrescata da bellissimi dipinti che raccontano la vita dei santi a cui è dedicata. Si paga un biglietto d’ingresso e si è completamente ripagati da tanta bellezza.
Barrio del Carmen
La chiesa è nel cuore del Barrio del Carmen, uno dei quartieri dove si concentra la maggior parte della street art valenciana. Una volta usciti quindi, consiglio di gironzolare senza meta tra i suoi vicoli tortuosi e lasciarvi stupire da un altro tipo di arte, quella dei murales, ad opera di artisti nazionali ed internazionali. La sera poi diventa un quartiere molto animato in quanto ricco di locali dove tirare fino a tardi.
TERZO GIORNO: LA COSTA E LA CITTÀ DELLE ARTI E DELLE SCIENZE
Quartiere Cabanyal
Un quartiere che ho trovato autentico e particolare è quello di Cabanyal, distante una decina di chilometri dal centro storico. È caratterizzato da case basse e colorate, un tempo abitate dai pescatori. Siamo infatti vicino al mare e alla zona del porto. Il quartiere è noto soprattutto per la sua offerta culinaria, infatti, nello storico locale Bodega Montana è dove ho assaggiato le migliori tapas valenciane. Il conto non è propriamente economico ma è stato ripagato dall’alta qualità dei prodotti serviti.
Non so voi, ma a me le città di mare comunicano da sempre l’idea di città dai ritmi più lenti e rilassati, come se anche chi ci abitasse fosse sempre in vacanza. Ecco, nel quartiere Cabanyal questa sensazione era ancora più marcata. Sarà che la spiaggia di Malvarrosa è così immensa che pare non finire mai, ma poi i numerosi locali sul lungomare invitano proprio a godersi la vita e la pace del luogo. Ho apprezzato tantissimo che si sia voluto preservare questo paesaggio con costruzioni che non superassero una certa altezza evitando quindi di deturparlo con mostri edilizi.
Marina di Valencia
Molto chic è la zona del porto della Marina di Valencia, riqualificata da un’architettura moderna in occasione dell’America’s Cup del 2010. Gli ampi spazi sono stati progettati per il tempo libero e il divertimento. Le attività nautiche sono quelle più praticate, ma è anche un luogo piacevole dove passeggiare o praticare qualunque altro sport all’aria aperta. Per chi invece è in cerca di divertimento, l’elegante Marina beach club offre ristorante e discoteca proprio sul mare.
Città delle Arti e delle Scienze
A pochi chilometri dalla Marina, troviamo l’attrazione che è diventata il simbolo per eccellenza di Valencia, ovvero la città delle arti e delle scienze di Calatrava. Sei edifici di un bianco abbagliante dalla particolarissima architettura, circondati da un bacino d’acqua sul quale è possibile persino navigare. Comprendono l’Oceanografico, uno degli acquari più grandi d’Europa, il museo delle scienze e l’Hemisferic, un’enorme sala cinematografica. A questi si aggiunge poi il Palazzo delle arti regina Sofia e l’Agorà. Il primo, accoglie spettacoli di opera lirica, teatro e danza, il secondo invece è utilizzato per mostre, concerti e convegni. I prezzi dei biglietti non sono proprio a buon mercato ma con la Valencia card oppure con la formula del biglietto cumulativo si riesce a risparmiare qualcosa. L’unica attrazione ad avere un’entrata libera è l’enorme serra dell’Umbracle. L’opera del Calatrava è collegata da numerose linee di autobus e dal tram 10 mentre la metro non rappresenta una buona opzione. La fermata più vicina, quella di Alameda, infatti, dista quasi due chilometri.
Giardino del Turia
La città delle arti e delle scienze è costeggiata dal giardino del Turia, e ricalca nei suoi 9 chilometri di lunghezza il letto del fiume Turia che venne deviato per evitare le continue inondazioni della città. È il polmone verde della città, con numerosi percorsi sportivi e aree gioco per bambini, come l’incredibile parco Gulliver. Qui un’enorme scultura del celebre personaggio è stata utilizzata per realizzare rampe e scivoli per i più piccoli facendoli sentire dei veri lillipuziani!
Visitare Valencia in 4 o più giorni
Come avrete capito, Valencia è una città che ha molto da offrire e a mio avviso tre giorni sono il minimo per poterla apprezzare appieno. Se avessi avuto più tempo mi sarebbe piaciuto visitare anche la zona dell’Albufera.
IL PARCO DELL’ALBUFERA
Si tratta di una riserva naturale che si trova a circa una ventina di chilometri di distanza dalla città. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di un immenso bacino di acqua dolce che dà il nome al parco, e dove trovano riparo numerose specie di uccelli migratori. È un’oasi di pace circondata da boschi e risaie, non è un caso che la paella sia nata proprio qui. Il parco è percorribile a piedi o in bici ma l’esperienza sicuramente più suggestiva è quella del giro in barca, soprattutto al tramonto, quando il lago si colora di ogni sfumatura di rosso. Voi se potete andateci, trovate tutte le informazioni sul sito visitvalencia.com
Mangiare e dormire a Valencia
L’altro simbolo per eccellenza della città è poi sicuramente la paella. Un indirizzo sicuro? Civera Marisqueria. Oltre a una paella di pesce senza eguali, il ristorante è specializzato in una cucina di mare di alto livello. Se potete prenotate, altrimenti siate pronti a mettervi in fila!
Per quanto riguarda l’alloggio, ho scelto di soggiornare presso l’hotel Zenit. La posizione è insuperabile. Plaza de la Reina si raggiunge con dieci minuti di camminata mentre la stazione dei treni e la metro, che portano direttamente all’aeroporto, sono a pochi metri. Se poi vi fate assegnare la camera agli ultimi piani, avrete una bellissima vista sull’arena di Plaza de Toros che sorge proprio di fronte all’ hotel.