Avete mai preso in considerazione la regione delle Asturie come meta per un viaggio? Devo dire che prima di fare questo itinerario on the road, sapevo poco di questa regione e credo di non avere mai sentito prima qualcuno che conosco che ci fosse stato.
Sono partita con alte aspettative che sono state ampiamente soddisfatte! Anzi, quello che ho visto, vissuto e mangiato ha superato di molto la mia immaginazione! Ho trovato una regione con paesaggi straordinari, dove le montagne si affacciano sul mare, spesso con forti contrasti di colore. Prati verdissimi, rocce aspre e coste davvero poetiche. Piccole città e borghi ricchi di storia e di atmosfera, e una cucina davvero fenomenale!
In particolare, questo itinerario aveva l’obiettivo di scoprire i formaggi di questa regione. Di assaggiarli ovviamente, ma anche di scoprire i luoghi in cui nascono e le tradizioni da cui derivano.
Non avevo idea, fino a poco tempo fa, che le Asturie fossero una delle regioni in Europa con la più grande varietà di prodotti caseari (rapportata alla sua estensione). Pensate, infatti, che sono stati “censiti” più di 300 tipi di formaggi diversi!
L’itinerario che vi propongo ha quindi questo filo conduttore, ma non mancano ovviamente consigli per visitare le principali località di interesse.
Come organizzare un viaggio nelle Asturie
Quest'articolo parla di:
- Come organizzare un viaggio nelle Asturie
- Cosa vedere nelle Asturie: città e natura
- Quali formaggi assaggiare e quali caseifici visitare nelle Asturie
L’organizzazione del viaggio dipende soprattutto da quali sono i vostri obiettivi. Se, ad esempio, volete visitare solo le città, potete prendere in considerazione l’idea di arrivare in aereo e poi muovervi in treno o in bus. Se invece, come ho fatto io, volete visitare anche l’entroterra, l’auto a noleggio è sicuramente l’opzione migliore. In questo modo potrete godere al massimo dell’entroterra, che è bellissimo, e organizzare anche tappe in alcuni caseifici (che ovviamente sono sempre fuori città).
Come arrivare nelle Asturie
Se avete molto tempo, a seconda di dove viviate potete sicuramente prendere in considerazione l’idea di muovervi in auto dall’Italia.
Ma se avete pochi giorni, l’aereo è la soluzione migliore. A questo proposito la bella notizia è che dall’Italia ci sono voli diretti con Volotea che portano a Oviedo. L’aeroporto si chiama proprio “Aeroporto delle Asturie” e ci si arriva da Milano Bergamo (Orio al Serio) e da Venezia. Io sono arrivata a Oviedo la sera tardi e ho dormito all’albergo che è proprio a due minuti a piedi dall’aerostazione, così poi da partire la mattina successiva per il mio itinerario. L’albergo si chiama Hotel Arias Aeropuerto, semplice e funzionale, perfetto per uno stop tecnico.
In quale periodo è meglio andare nelle Asturie
Ho fatto questo viaggio a fine settembre (dal 25 al 28) e devo dire che si è rivelato un momento perfetto. Ho viaggiato in maniche corte e felpa per la maggior parte del tempo. In qualche circostanza, soprattutto la sera, si è resa necessaria una giacchina, soprattutto nelle aree più interne e montuose. Considerate comunque che l’estate non è torrida come nel sud del Paese. Di certo la possibilità di viaggiare lontano dai periodi di alta stagione è davvero una gran cosa per godere dei luoghi senza troppi turisti.
Cosa vedere nelle Asturie: città e natura
L’itinerario che vi racconto di seguito io l’ho fatto in 3 giorni pieni (4 notti). Come sempre, a seconda dei vostri diversi interessi potrete rimodularlo e magari fare un weekend, o al contrario allungarlo per approfondire alcuni posti, magari aggiungendo trekking o passeggiate che io non ho fatto.
Di seguito vi lascio la mappa evidenziando gli stop principali che ho fatto tra città e caseifici.
La città di Avilés
A meno di mezz’ora di auto dall’aeroporto di Oviedo, Avilés è stata per me una delle scoperte più belle di questo viaggio. Colpevolmente, non ne avevo mai sentito parlare, né avevo mai “incrociato” immagini di questa cittadina online. Cosa alla quale siamo tutti molto disabituati, e devo dire che ritrovarmi immersa in un luogo così bello e davvero sconosciuto, è stato proprio un grande regalo. Oggi è davvero difficile sorprendersi nel vedere qualcosa di totalmente inedito!
Centro Nyemeier
Avilés mi ha colpita soprattutto per le sue due anime: quella storica e quella contemporanea.
La mia visita è cominciata dalla parte più contemporanea della città, ovvero il Centro Nyemeier. Si tratta di un polo culturale multifunzionale che l’omonimo architetto brasiliano ha progettato gratuitamente per la città nel 2011. Purtroppo non ho avuto tempo di entrare ma sono rimasta davvero affascinata dallo spazio esterno, una grande “piazza” di 22mila metri quadrati che ospita un auditorium, una torre, una cupola e un edificio polivalente, Così stupefacente che il New York Times lo ha inserito nei “must see” del 2020!
Vi consiglio di consultare il sito del Centro Nyemeier per verificare quali siano le mostre e le attività in corso e pianificare la vostra visita.
Il centro storico
Una volta attraversata la grande piazza del Centro, si arriva al centro storico di Avilés attraverso un ponte pedonale di recente costruzione. Questo fa parte della più ampia riqualificazione della città, che nel picco dell’attività come polo siderurgico ha avuto il triste primato di città più inquinata della Spagna.
Il centro storico è una stratificazione di rimanenze medievali, architettura barocca e palazzi modernisti. Il risultato è un luogo vivace e di grande atmosfera, dove è piacevolissimo passeggiare tra i portici, le vecchie botteghe e le piazze.
La città di Gijon
Altra bellissima scoperta nella regione delle Asturie, la città di Gijon, che affaccia direttamente sul mare. Anche qui si fa il pieno di palazzi modernisti (da notare che in alcuni casi, quelli più vicini al mare sono stati erosi dal vento) e di adorabili caffè con i tavolini all’aperto. A proposito di caffè, è d’obbligo un passaggio al Cafe Dindurra, che risale all 1901 e che originariamente era il caffè del teatro.
Il lungomare
Passeggiate per dirigervi verso il mare: qui avrete il colpo d’occhio sul profilo della città, molto disomogeneo da un punto di vista architettonico, ma per me davvero molto interessante anche al netto di qualche “bruttura” anni Settanta. La spiaggia è divisa in escaleras numerate, come facciamo da noi con i bagni, e pare che in estate sia affollatissima!
Qui si trova anche il Museo delle Terme, che ho visitato un po’ velocemente ma che è sicuramente da vedere se avete un interesse specifico.
Arbol de la Sidra
Non andate via senza aver visto L’Arbol de la Sidra, una scultura composta da 3200 bottiglie di vetro di sidra (vuote ovviamente) che vanno a formare un albero. Realizzata nel 2013, doveva essere un’opera momentanea per la sensibilizzazione sul tema del riciclo del vetro. Ma gli abitanti della città si sono affezionati! Del resto la sidra asturiana è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità! E vi consiglio davvero di consumarla in un locale di modo da poter assistere al particolare momento in cui viene servita. La sidra, che noi chiamiamo sidro (al maschile) è una bevanda poco alcolica derivata dalla fermentazione della mela. E nelle Asturie di mele ne hanno davvero tantissime, e di tanti tipi.
Le bottiglie di questo grande albero sono tutte uguali perché la sidra DOP viene imbottigliata proprio in quel tipo di bottiglia.
Dove mangiare a Gijon
Per un pranzo o una cena, vi consiglio di fermarvi da Coalla. Si tratta di una piccola catena (che io non conoscevo) che si trova anche a Oviedo, Madrid e Uría. Il format è quello di un negozio di prodotti enogastronomici di alto livello, dalla Spagna e dall’Europa. Io ho fatto un pranzo delizioso a base di jamon, formaggi (ovviamente), pomodori freschi, olive e altre sfiziosità. Davvero eccellente! Naturalmente potete anche fare shopping!
Acquistare prodotti tipici
Tra le mie tappe fisse quando viaggio, ci sono i mercati, che siano all’aperto o i mercati chiusi. Qui a Gijon ho fatto un giro al Mercado del Sur, un mercato coperto dove la gente del posto va a fare la spesa. Troverete frutta e verdura, pesce, carne, pane e tutto quello che può servire per la spesa! A me piace sempre l’atmosfera e mi interessa molto vedere quali siano le abitudini locali. Se poi avete anche voglia di fare acquisti, ben venga!
Fuori dal centro, ma è davvero una chicca, il piccolo negozio di frutta, verdura e alimentari Casa Maríla. La proprietaria fa una selezione davvero di qualità di tutto quello che vende, dai legumi, ai salumi ai formaggi. Ed è una persona adorabile! (Si trova in C. Río Muni, 4, Bajo)
Llanes, il villaggio dei pescatori
Lllanes non è certo il primo antico villaggio di pescatori che vedo, ma di sicuro è il primo in cui vedo una “Casa delle balene“. Niente di onirico o di favolistico: è quello che rimane a testimonianza della pesca delle balene che è stata praticata qui per secoli.
Il suo centro, davvero delizioso, è stato dichiarato Complesso Storico-Artistico, e tra le altre cose conserva ben 300 metri di mura che risalgono al XIII secolo.
Altrettanto pittoresco è il porticciolo, ma per una vista davvero spettacolare vi consiglio di prendervi un pochino di tempo per salire al Paseo/Mirador San Pedro. Si tratta di un punto panoramico senza cancelli né biglietti di ingresso, sempre aperto, che regala una vista meravigliosa sul mar Cantabrico, su Llanes e sulla costa frastagliata. Davvero imperdibile!
Picos de Europa
L’area del Picos de Europa, letteralmente “picchi d’Europa”, è già di per sé un ottimo motivo per visitare la Spagna settentrionale. Si tratta infatti di una catena montuosa che si estende, oltre che nelle Asturie, in Cantabria e in Castiglia e Leon.
Questo è uno dei motivi per cui caldeggio particolarmente il noleggio di un’auto. Credo che arrivare in queste zone senza sia davvero complesso. E visitare le Asturie senza addentrarsi nel Picos de Europa, sarebbe davvero un grande peccato.
Il nome deriva dal fatto che siano la prima cosa che si avvista (o per meglio dire, si avvistava) arrivando dalle Americhe via nave.
Qui i paesaggi sono un’alternanza tra rocce aspre e aree verdi, un saliscendi di percorsi e di viste che riempiono gli occhi e il cuore.
Inutile dire che la zona sia perfetta per gli amanti del trekking. E anzi, sembra proprio che l’alpinismo sia nato qui! Ma senza avere obiettivi di questo tipo, potete fare delle semplici passeggiate. Considerate anche che all’interno dell’area montuosa è stato istituito il Parco Nazionale Picos de Europa . Sul sito trovate tante informazioni, anche per trekking gratuiti con guide certificate.
Il Santuario e la Basilica di Covadonga
Tra un caseificio e l’altro (trovate tutti i dettagli nel paragrafo sottostante) una sosta più che piacevole è quella all Santuario di Covadonga, che è anche il punto di ingresso al Parco Nazionale del Picos de Europa. Si tratta di un santuario all’interno di una grotta. Il suo non è un valore solo religioso, ma anche storico e simbolico. È proprio qui, infatti, che ha origine la Spagna come la conosciamo oggi. A breve distanza c’è anche la Basilica in stile neoromanico, del 1901. E se anche i santuari non sono normalmente nelle vostre corde, vi consiglio comunque di fare una sosta perché il tutto è calato in un contesto paesaggistico davvero suggestivo.
Mangiare e dormire nel Picos de Europa
Per le soste culinarie (pranzi e cene) ho un paio di indirizzi da segnalarvi che possono essere utili nel vostro itinerario nella zona del Picos de Europa.
Sidreria Caluenga a Las Arenas (Cabrales)
Tra i posticini che più ho apprezzato in questo viaggio, c’è questa sidreria deliziosa in cui apprezzare la cucina del posto in un ambiente semplice ma molto curato. E non mancano ovviamente i piatti che propongono i formaggi locali! Consiglio di condividere più piatti perché sono davvero sfiziosi! Come ad esempio l’indivia con formaggio e miele, funghi champignon ripieni, formaggi serviti con una sorta di “gnocco fritto” di mais (a mio parere molto più buono del nostro gnocco fritto, non me ne vogliano i campanilisti!)
Sidreria Moreno a Benia de Onís
Altro indirizzo dall’atmosfera adorabile, con una bella veranda che nelle giornate di sole si illumina! Tovaglie a quadretti bianchi e rossi e piatti tipici. Anche qui non ho potuto esimermi dal mangiare formaggio accompagnato da mela cotogna, un abbinamento eccellente!
Hotel Maria Manuela a Benia de Onís
Proprio a pochi passi dalla sidreria, c’è questo hotel molto carino e curato. Si tratta di una struttura perfettamente inserita nel contesto, con camere confortevoli dagli arredi dal sapore rurale. L’hotel ha anche una SPA, che però non ho provato.
Il ristorante a buffet all’interno non è indimenticabile.
Visitare Oviedo, capitale delle Asturie
Nonostante conoscessi Oviedo di fama, non mi aspettavo che fosse così bella e accogliente. Così come non sapevo che da qui passasse il Camino Primitivo, ovvero il Cammino di Santiago originario, che seguiva i tracciati dei percorsi romani.
Mi sono fermata una sola notte ma se avete la possibilità, io vi consiglio di fermarvi due notti per godervela con più calma.
La zona di maggiore interesse turistico si percorre senza problemi a piedi, a esclusione del Monte Naranco che si trova fuori città e che assolutamente non dovete perdere.
Monte Naranco
Se siete in auto, vi consiglio di partire proprio dalla visita del Monte Naranco, dove svettano due chiese preromaniche: Santa Maria del Naranco e San Miguel de Lillo. Sono due veri e propri gioielli, la cui bellezza e rilevanza architettonica risplendono grazie al contesto paesaggistico. Entrambi gli edifici sono patrimonio UNESCO.
Santa Maria del Naranco nacque in realtà, nell’848, come palazzo di re Ramiro I. Io sono una grande amante dell’architettura romanica e preromanica e mi piace molto osservare i dettagli decorativi. Le colonne della chiesa hanno una particolare decorazione tipicamente asturiana che si chiama “sogueado” – da soga, che significa corda.
San Miguel de Lillo, invece, nasce proprio come chiesa e fu voluta dallo stesso Ramiro I. Le dimensioni erano molto più vaste, e si possono intuire dal perimetro ancora visibile.
Entrambe le chiese sono visitabili solo su prenotazione. Al momento in cui scrivo questo articolo, il sito è chiuso per restauro. Vi consiglio di verificare prima sul sito dell’Ente del Turismo della Spagna.
Piazza del Fontán
Plaza del Fontán è sicuramente uno dei luoghi che più vi rimarranno impressi della città perché è piuttosto unica. Si tratta di una piazza chiusa sui 4 lati, che sono stati funzionali alla sua identità prima di teatro e poi di centro di aggregazione sociale. Rimane un luogo brulicante di vita a tutte le ore del giorno, colorato e allegro. Questa, devo dire, è una sensazione che si ha un po’ in tutta la città, che è davvero accogliente.
Appena fuori dalla piazza c’è il mercato coperto, il Mercado El Fontan, aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 15. Vale la pena fare un giretto!
La Cattedrale del San Salvatore di Oviedo e la città vecchia
Se ne avete la possibilità, vi consiglio di passare da qui poco prima del tramonto, quando la luce si fa dorata e la cattedrale sembra risplendere. Si tratta di un punto nevralgico della città vecchia, oltre che del Camino Primitivo. Sono ancora tanti i pellegrini che arrivano qui ogni giorno. Io non ne ho avuto il tempo, ma vi consiglio di fare la visita alla torre gotica.
Tutta la parte vecchia della città è una continua scoperta di scorci e piccole piazze, negozietti e splendidi palazzi.
Via Uría tra shopping e splendidi palazzi
È conosciuta come via dello shopping, ma la verità è che questa via è bellissima da percorrere anche se non vi interessano i negozi. Io ho fotografato credo tutti i palazzi, uno più bello dell’altro, prevalentemente in stile modernista.
Campo de San Francisco
Tra le tappe che amo sempre fare quando visito una città, c’è quella al parco! E quando ho un po’ di tempo mi fermo a leggere con un libro, o semplicemente guardo quello che accade intorno. Mi sembra uno dei tanti modi per entrare in contatto coi i luoghi e le persone.
In questo caso, questo parco ha anche una storia particolare, perché nacque come frutteto di un monastero francescano. Da qui deriva il nome.
All’ingresso c’è anche una fila di baracchini, ma invece che essere semplici chioschi, sono strutture di inizio 900 (o forse anche fine 800) uno più bello dell’altro.
Le statue di bronzo
Credo di non avere mai visto tante statue in una città, e in effetti Oviedo è chiamata “Capitale delle sculture pubbliche”. Io mi sono fotografata insieme a Mafalda (all’interno del parco) ma ce ne sono molte altre. Woody Allen (molto legato alla città), La Regenta (protagonista di un famos racconto di Allas, Clarín, la donna seduta in Piazza del Fontan e… molte atre! In tutto sono un centinaio!
Oltre ai luoghi di maggiore interesse, vi consiglio di dedicarvi semplicemente del tempo per passeggiare senza meta nella città perché merita davvero!
Dove mangiare e dormire a Oviedo
Farò una cosa fuori dalle mie abitudini, ovvero consigliarvi un posto che non è nelle mie corde… ma alla fine mi è piaciuto!
Cucina asturiana da Tierra Astur
Si tratta di Tierra Astur, una catena di ristoranti-sidrerie che si trovano in molte città, tra cui Oviedo. È uno di quei grandi ristoranti con molti coperti, particolarmente adatti per comitive di amici o famiglie. Non è un posto che sceglierei di mio, e invece mi sono dovuta ricredere! Rimane un posto non adatto se volete una serata in un ristorante intimo, ma l’atmosfera è molto piacevole e la proposta varia e davvero di qualità. Le proposte sono infatti tutte dedicate alla cucina asturiana, con grande ricerca dei prodotti. Qui ho potuto fare anche una degustazione completa di formaggi asturiani, che ho molto apprezzato non solo per la bontà del prodotto ma anche per la completezza delle informazioni fornite con brochure dedicata.
Un altro aspetto molto interessante, è che al suo interno c’è anche un’area adibita a negozio dove si può acquistare una grande varietà di prodotti asturiani freschi. Comodissimo perché è aperto negli orari del ristorante.
Ovviamente qui non potete esimervi dal bere la sidra, che vi verrà servita nella maniera tradizionale, ovvero versata dall’alto.
Hotel Fruela
Ho dormito all’Hotel Fruela e ve lo consiglio con piacere. Un albergo 3 stelle molto confortevole e moderno, in posizione strategica, a pochi minuti a piedi da piazza del Fontán.
Quali formaggi assaggiare e quali caseifici visitare nelle Asturie
Quella delle Asturie è una regione dalla natura grandiosa, che regala paesaggi che possiamo definire “mozzafiato” senza timore di essere esagerati. Le coste che affacciano sul Mar Cantabrico e i paesaggi dei Picos de Europa sono sicuramente le immagini che rimarranno per me indelebili.
È in questa natura così “aspra” che si inserisce anche la tradizione casearia di questa regione, per nulla adatta allo sviluppo dell’agricoltura, e che ha invece dato più spazio alla pastorizia. Come accade per tante aree montane, la tradizione casearia è nata dalla necessità di conservare il latte durante tutto l’anno. Una necessità che ha portato sino a noi eccellenti formaggi stagionati, ma non solo. Alcuni di questi (tra cui alcuni DOP) hanno sfruttato la presenza di grotte per la stagionatura. Parlo, ad esempio, del Gamoneu Dop e del Cabrales, entrambi prodotti nelle aree montuose del Picos de Europa.
Nel 2021 è stato fatto un censimento per individuare e registrare tutti i formaggi prodotti nelle Asturie. Non è ovviamente possibile la definizione di un numero esatto, in quanto i formaggi che non seguono disciplinari hanno comunque spesso molte somiglianze tra loro. La difficoltà, quindi, è stata quella di stabilire le linee di riferimento.
Parliamo, comunque, di 360 tipi di formaggio.
Per tutelare l’unicità di questi prodotti e il loro legame con il territorio è nato il marchio “Alimentos del Paraíso Natural” . Paraiso Natural, ovvero “paradiso naturale”, è il claim usato dalla regione delle Asturie in ambito turistico. Questo marchio è la sua espressione in ambito gastronomico e identifica non solo formaggi ma anche altri prodotti agroalimentari. Tutti sono accomunati da un profondo legame con il territorio e con le tradizioni.
Tra questi, le Asturie hanno 5 formaggi che hanno ricevuto riconoscimenti comunitari: Cabrales, Gamonéu, Afuega’l pitu e Casín sono tutti DOP, mentre il Queso de Los Beyos è un formaggio IGP.
Di seguito vi racconto le visite che ho fatto per scoprire la lavorazione di questi formaggi, molte delle quali è possibile prenotare.
Il Caseifico La Peral a Illas e i formaggi azul
A una ventina di minuti da Avilés, andando verso l’entroterra, ho fatto visita al caseificio La Peral, a Illas. Nonostante la vicinanza con Avilés, qui il paesaggio è completamente diverso, a un’altitudine di 600 metri e immerso tra prati verdissimi.
Il caseificio ha spento le sue 100 candeline recentemente, nel 2023, e negli anni ha vinto moltissimi premi grazie agli speciali azul, ovvero gli erborinati.
I prodotti di punta sono tre: Estrella La Peral, Perlazola, Peñoceo, e sono tutti erborinati.
Estrella la Peral è un formaggio vaccino, color paglierino quando è giovane e con un bouquet strutturato. Passando i giorni, il sapore si intensifica diventando più piccante. Il Queso Peralzola è un formaggio di pecora, unico nel suo genere, prodotto solo da latte selezionato. In ultimo, il Queso Peñoceo è il più giovane prodotto de La Peral, prodotto con latte di capre e dalla consistenza cremosa.
La Peral seleziona il latte secondo criteri di qualità molto stringenti e li lavora nel segno della tradizione, ma anche della modernità. I prodotti sono davvero eccellenti e possono essere acquistati direttamente al caseificio. La vendita online, infatti, è riservata solo alla Spagna.
Vi consiglio di verificare l’apertura prima del vostro sul sito de La Peral.
Il caseificio Quesos de Pria
Fuori dal centro abitato di LLanes c’è il Caseificio Quesos de Pria che produce eccellenti formaggi e che ha un negozio ben fornito.
Il più famoso è il Queso ahumado de Pría, prodotto con latte vaccino e panna di latte di pecora. La particolare affumicatura viene fatta in maniera naturale attraverso un processo di frizione del legno (faggio o quercia).
Altro formaggio apprezzatissimo del caseificio è il Queso de las Tres leches azul, ovvero un erborinato fatto con latte di vacca, capra e pecora, e leggermente affumicato. Di questo formaggio ne esiste anche una versione rossa con l’aggiunta di peperoncino.
Sul sito trovate tutte le informazioni e gli orari di apertura del negozio.
Cabrales e il suo formaggio DOP
È proprio Cabrales, nel cuore del Picos de Europa, ad avere dato i natali all’alpinismo mondiale, ma per quanto mi riguarda è la patria dell’omonimo formaggio, uno dei 4 DOP delle Asturie.
Assaggiarlo e vederne la produzione in loco è stata davvero una grande fortuna per me! Per entrare in contatto con questa eccellenza casearia vi basterà, per cominciare, osservare il paesaggio. Da subito vi sarà chiaro che qui, in una terra così aspra e poco incline all’agricoltura, fare formaggio è nata come necessità. E che ancora oggi, produrlo costa molta, molta fatica.
La Quesería Maín: visita alla grotta di stagionatura e al caseificio
Come per tutti i prodotti DOP, anche il Cabrales, da disciplinare, deve essere prodotto solo con latte proveniente dall’area di riferimento, ed essere lavorato in loco. Qui le capre pascolano liberamente per tutto il periodo che precede e segue la neve, producendo così un latte dal sapore unico.
Il mio consiglio è quello di prenotare una visita alla Quesería Maín a Sotres. Questo vi permetterà di vedere da vicino il processo di lavorazione e soprattutto di scendere nella grotta di stagionatura. È qualcosa di unico e dà davvero il senso di quanto un prodotto di questo tipo sia prezioso, frutto di un lavoro che rispetta la tradizione ma che richiede anche molta dedizione e fatica. Pensate che le forme nella fase di stagionatura possono essere lavate solo con l’acqua piovana che entra nella grotta!
Ovviamente la visita si conclude con una degustazione, la durata complessiva è di 2 ore e il costo è di 9,50€ a persona. Sul sito Maín Quesería trovate tutte le informazioni per prenotare.
Onís e il formaggio Gamoneu DOP
Un’altra eccellenza casearia di questo territorio è il Gamoneu DOP, prodotto con latte di vacca, pecora o capra, o con un misto dei tre tipi di latte. Una volta pronte le forme, viene fatto affumicare molto lentamente, usando legna autoctona, di modo che l’affumicatura non sovrasti i sapori. Dopo questa fase, le forme sono pronte per la stagionatura e vengono portate in grotte sotterranee per almeno due mesi. È qui che il penicillium penetra naturalmente nella crosta, conferendo un sapore davvero unico. La consistenza è dura o semidura e friabile, il sapore burroso, leggermente affumicato e piccantino.
La Cueva Oscura
Ho avuto la possibilità di visitare una di queste grotte, la Cueva Oscura di Avíl, ma devo dirvi che purtroppo è una visita che non viene organizzata per il pubblico perché le alterazioni della temperatura potrebbero danneggiare il prodotto finale. Vi consiglio però di fare visita alla Queseria Demuès a Onís, contattandoli prima per verificare la possibilità di una visita negli spazi.
Trovate altre esperienze dedicate alla produzione del Queso Gamoneu sul sito di Onís Ecoturismo
Il Queso Casin DOP alla Quesería Redes
Il queso Casín è uno dei formaggi più antichi non solo della Spagna ma di tutta Europa, divenuto DOP molto recentemente. Per ottenerlo viene usato latte di vacca crudo munto dalla vacca casín e la sua lavorazione è molto lunga e laboriosa. Per ottenere un chilo di formaggio servono 13 litri di latte. Ad oggi solo tre caseifici lo producono, e io ho visitato la Queseria Redes, che è stata davvero fondamentale per il recupero e la promozione di questo formaggio la cui produzione con la II Guerra Mondiale era andata in disuso. Nello specifico, il queso Casín deve molto a Marigel Álvarez, che negli anni Ottanta ha puntato i riflettori su questo formaggio dimenticato. Oggi, mentre lei si occupa della gestione dell’albergo, la figlia porta avanti con altrettanta passione il lavoro cominciato dalla madre.
La lavorazione del Queso Casín
Che si tratti di un formaggio antico e prezioso, lo si capisce solo guardandolo. Sarà per le piccole dimensioni, sarà per il timbro fatto con il legno. Ma ancora di più per la lavorazione così laboriosa, alla quale ho avuto la fortuna di assistere, che prevede un continuo reimpasto della cagliata. Ma anche per la piccola dimensioni del caseificio, per il contatto così vivo ed esplicito con il territorio.
Sul sito della Queseria Redes trovate i contatti.
Mangiare e dormire a Campo de Caso
Come vi accennavo prima, la “madre” del queso Casin oggi si occupa di un hotel. Si tratta proprio dell’albergo. in cui ho dormito io, a 200 metri dal caseificio. Si chiama Reciegos Agroturismo ed è perfetto per immergersi completamente nelle atmosfere del territorio.
Per mangiare in zona vi segnalo un posto davvero tipico e informale, dove si mangiano prevalentemente piatti di carne, uova, patate, eccetera. Insomma, non il posto giusto se volete stare leggeri, ma se volete calarvi nella vita vera del posto è perfetto, meglio con una buona birra! È a breve distanza dell’agriturismo in cui ho dormito e si chiama La Tropical (Arrobio, 6, Campo de Caso).
I formaggi freschi del caseificio La Saregana
Il caseificio La Saregana nasce in un contesto territoriale molto diverso rispetto a quelli delle aree montuose. Qui siamo solo a mezz’ora di auto da Oviedo, e ancora più vicini a Gijon. Eppure si è completamente immersi nel verde e gli animali dell’azienda sembrano essere davvero felici! Ho avuto la possibilità di godere di tutto questo verde e di chiacchierare a lungo con la proprietaria, innamorata della sua vita nel verde e tra gli animali.
La Saregana produce principalmente yogurt (eccellenti) e formaggi freschi, tutti in vendita nel piccolo negozietto.
Questo viaggio è stato realizzato grazie al supporto dell’Ente del Turismo della Spagna e all’Ente del Turismo delle Asturie che ringrazio per avermi messa in contatto con queste realtà di grande valore. Nei caseifici ho trovato grande disponibilità e desiderio di raccontarsi e di dare valore ai proprio territori, ancor prima che ai propri prodotti.
Ringrazio di cuore Ernesto Fernandez, guida turistica certificata che mi ha accompagnata lungo tutto l’itinerario. Non posso che consigliarvi con tutto il cuore Ernesto se avete intenzione di avere con voi una guida per un itinerario nelle Asturie. Oltre a essere preparatissimo, è anche un ottimo compagno di viaggio!