Cave Mont Blanc, visita alla cantina del vino bianco di Morgex in Valle d’Aosta– Nessun itinerario perfettamente pianificato può dare quella soddisfazione che regala una scoperta fatta per caso. Recentemente mi è successo con la Cave Mont Blanc Morgex, in Valle d’Aosta. Una magnifica cena al Ristorante Le Cassolette di La Salle mi ha fatto scoprire i vini bianchi di questa cantina. La gentilezza del cameriere mi ha fatto scoprire che avrei potuto visitare la cantina. Detto fatto, il giorno dopo ero lì!
Sono appassionata di vini nella maniera meno tecnica che esista 🙂 E nello specifico, sono appassionatissima di vini bianchi. Ecco perché quando ho sentito che proprio lì c’era l’unica varietà di vitigno autoctona valdostana a bacca bianca, ho deciso che avrei voluto saperne (e vederne di più).
Cave Mont Blanc, visita alle cantine di Morgex
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La Cave Mont Blanc può essere visitata da tutti, previa prenotazione. Prima chiamate, e meglio è naturalmente! Io sono stata sfacciatamente fortunata perché ho trovato un piccolo posto last minute.
La storia della Cave Mont Blanc inizia ufficialmente nel 1983 e deve la sua fortuna al vitigno Prié Blanc biotipo Blanc de Morgex, ma anche e soprattutto al grande impegno che oggi come allora viene impiegato a seguire questi vigneti. Nessuna delle persona che fanno parte della cooperativa opera esclusivamente per la Cave. Questo misura la grande passione e la grande fatica che stanno dietro alle 140mila bottiglie che vengono prodotte ogni anno. Una produzione che rimane quasi totalmente in Valle d’Aosta. Ma io trovo bellissimo comprare il vino in loco 🙂
Solo bianchi, dicevamo, in pratica il mio paradiso!
Si tratta dei vigneti tra i più alti d’Europa, siamo infatti a 1200 metri di altezza. La caratteristica di queste uve è che compiono l’intero ciclo vegetativo in un periodo piuttosto breve. Le viti infatti germogliano tardi, ma maturano presto!
Siamo in montagna e le cose sono un po’ diverse da quanto accade in altri luoghi. Ad esempio il Prié Blanc viene coltivato su pergole basse per evitare i danni del vento e del gelo invernale per sfruttare il più possibile il calore del terreno.
Per gli esperti sarà normalissimo, ma io ad esempio non sapevo che il vino passito fosse un prodotto anche dei luoghi freddi. Avevo sempre abbinato il passito al sud, e alla Sicilia in particolare. E invece…! Quello che al sud fa il sole, qui lo fa il ghiaccio. Mi spiego meglio: le temperature rigide fanno gelare l’acqua all’interno dell’acino lasciando lo zucchero ancora sciolto. Pressando immediatamente gli acini, si riesce a estrarre il saccarosio mentre il ghiaccio rimane a parte. In questo modo si ottiene un mosto molto concentrati, e proprio da qui nasce il Chaudelune.
I vini fermi sono di tre tipi, sono tutti DOC e riposano tutti in acciaio. DOC anche le tre tipologie di bollicine, tutte da metodo classico.
Inutile dire che prima di tornare a casa ho fatto shopping 🙂
E se avete voglia di una tappa culturale, a 30-40 minuti c’è il bellissimo Castello di Fenis, vi consiglio di visitarlo!
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