La vita da albergo mi ha sempre affascinata. Lavorarci, intendo.
Buonasera signore, benvenuto nel nostro hotel. Vuole lasciarci i suoi bagagli? Ecco le chiavi della sua camera, le auguriamo un piacevole soggiorno. I bottoni dorati della giacca del concierge, il campanello della reception, il sorriso. In pratica un romanzo di fine Ottocento.
“La prima cosa che ci chiedono i nostri ospiti è la password del wi-fi” – racconta sorridendo Maurizio Faroldi, direttore dell’Hotel Milano Scala.
I tempi sono cambiati, certo, ma qualcosa nell’ospitalità è rimasto intatto. E Maurizio Faroldi, cresciuto in una famiglia di albergatori, lo sa bene.
“Ho studiato medicina, ho fatto di tutto per non fare questo lavoro, ma… eccomi qua! L’aspetto più emozionante di questa professione è sicuramente l’opening di un albergo. È bello rivedere le strutture nelle quali ho lavorato dopo tanti anni”.
E le strutture sono davvero tante: dopo il gruppo Atahotels a Milano, il Grand Hotel Daniela a Otranto, il Grand Hotel Imperiale sul Lago di Como, l’ Hotel Windso a Milano, il Gruppo Alberghiero-Terme di Monticelli a Parma, il Caesius Thermae Spa & Resort sul Lago di Garda.
Ma l’Hotel Milano Scala, inaugurato nella centralissima via dell’Orso a Milano 4 anni fa, è davvero diverso da tutti gli altri. È l’unico albergo cittadino, e uno dei pochi in Italia, a emissioni zero. Hotel- Milano-emissioni zero. Possibile?
Quindi un hotel a emissioni zero a Milano è possibile. Se è così, perché non lo sono tutti gli alberghi, almeno quelli che vengono progettati oggi?
Non saprei. Pigrizia, credo, e una certa tendenza alla massimizzazione del tutto, le energie progettuali vengono spese tutte in direzione del design e dell’apparato estetico. Ci sono hotel meravigliosi che hanno però un cuore ottocentesco. Bruciare idrocarburi è la prima causa di inquinamento tutt’oggi.
Mi parli del sistema ecosostenibile dell’Hotel Milano Scala.
Ci sono molti aspetti che rendono questo albergo una struttura ecosostenibile. Innanzitutto l’hotel non ha una caldaia, il sistema di climatizzazione, di trattamento dell’aria e di produzione d’acqua calda a recupero di calore è basato su tecnologie Mitsubishi Electric completamente alimentate ad energia elettrica, le cui fonti sono pulite e rinnovabili. Ma l’ecosostenibilità non è un punto di arrivo, è un percorso. E da una scelta verde, a cascata se ne generano altre. Ha mai visto Milano dall’alto? Le terrazze sono un susseguirsi di cassoni energetici. Noi qui non li abbiamo e questo ha portato nuove possibilità all’albergo: abbiamo una bellissima terrazza di 180 metri quadrati dove in estate facciamo aperitivi con vista sulla città, e da quest’anno, con poche migliaia di euro, abbiamo anche un piccolo orto.
E i costi, invece, sono più onerosi per una scelta di questo tipo?
Assolutamente no. L’investimento si recupera in sette anni, che è un tempo del tutto normale. E anzi, a dire il vero ci sono anche dei notevoli risparmi. Qui siamo completamente svincolati dalla bolletta energetica! E quella elettrica è legata a fonti rinnovabili a prezzo fisso.
I clienti come accolgono questo aspetto “green”?
Benissimo, ne sono stupiti e meravigliati. Ad appassionarsi a noi è stata per prima la stampa estera: nel 2011 il New York Times ci ha inserito in un articolo elencandoci tra i quattro buoni motivi per visitare Milano!
Diciamo che questo aspetto si lega a tutta una certa cura, a un’idea di benessere in città, come se l’Hotel Milano Scala fosse un’oasi, e in effetti abbiamo anche ricevuto un premio come “Urban Oasis”. Gli ospiti si sentono davvero come a casa, si mettono qui davanti al camino a leggere un libro, invitano gli amici a pranzo, il nostro ristorante vegano all’ultimo piano è molto apprezzato. Ci sono tutta una serie di valori inaspettati che fanno diventare il soggiorno in albergo un’esperienza, come ad esempio la musicoterapia a colazione.
In questi anni, cosa trova davvero cambiato nel rapporto tra l’albergo e l’ospite?
Sono cambiate così tante cose! Sono cambiati proprio i ruoli tra hotel e clientela, che prima erano ben definiti. L’ospite avvertiva una certa sacralità nei confronti dell’albergo, oggi questo non esiste più. Alle stelle si è sostituita la web reputation. Chi viaggia ha molti più strumenti di conoscenza e informazione rispetto a una volta, e chi lavora nell’ospitalità non può far finta che questo aspetto non esista.
Stiamo quindi parlando di un cambiamento in positivo o in negativo?
Un cliente può essere un moltiplicatore di successo, oppure “affondare” la struttura, in base all’esperienza che ha avuto. Ma si tratta di un cambiamento positivo, in questo “scambio” tra la struttura e l’ospite c’è tutta una possibilità di miglioramento sul quale l’albergatore può lavorare. Non tenere a mente questo, oggi, signfica essere fuori dal mercato.
Che cosa chiede a chi lavora con lei?
Positività e passione. Quando cerchiamo personale, apro l’annuncio rivolgendomi a persone “felici di essere al mondo”.