Asti DOCG, 7 cose che (forse) non sai sul vino e il territorio – Una DOCG per tre produzioni: Asti secco, Moscato e Asti DOCG. Sono partita avvantaggiata nella mia scoperta di questi vini perché sono una grande amante dei bianchi. E quello che ho scoperto al Vinitaly mi ha aperto una finestra su un mondo fatto di storia, territorio, eccellenza. Con 4mila viticoltori e 90 milioni di bottiglie prodotte ogni anno ed esportazioni in tutto il mondo, dagli USA alla Germania, dal Nord Europa alla Russia, fino all’estremo oriente.
Non sono un’esperta ma solo un’appassionata, ma grazie al Consorzio Asti DOCG ho scoperto che questa passione è proprio quello che può fare la differenza quando ci si approccia a un vino. Insieme a Martina Doglio Cotto, sommelier, mi sono avvicinata a questi vini attraverso i loro profumi. Pesca, salvia, ananas, zenzero… i profumi che possono emergere da un calice sono davvero i più disparati. E sapete cos’è il bello? Che non c’è qualcosa che si può definire del tutto sbagliato, perché ciascuno percepisce profumazioni diverse!
Grazie a Laura Gobbi per avere ideato questo splendido progetto!
Ecco le 7 cose che ho scoperto grazie al Consorzio Asti DOCG sui vini e sul territorio
1.Il territorio di riferimento dei vini Asti DOCG comprende 52 comuni in tre province: Asti, Alessandria e Cuneo. Quella del vino, insomma, è un’ottima scusa per andare alla scoperta di una zona splendida. E se passate da Asti non perdetevi un pranzo o una cena al ristorante Il Cavallo Scosso.
2.Nella Preistoria quest’area era… mare! Per questo motivo il terreno è ancora oggi argilloso, caratteristica che concorre all’unicità di questi vini.
3.Il Moscato è un vino “camaleonte”, vale a dire che cambia molto a seconda di dove vengono piantati i vitigni. All’interno dell’area di competenza dell’Asti DOCG, infatti, ci sono molte differenze, soprattutto tra le viti in alta e quelle in bassa quota. L’uva che cesce in alta quota dà vita a vini più aromatici e floreali. Quelli da uve cresciute in bassa quota hanno un sapore più “grasso” e fruttato.
4.Non solo con la torta: il Moscato, grazie al suo particolarissimo bouquet di profumi e aromi, è eccellente in abbinamento a piatti gourmet. Per questo si conferma una scelta ricercata e alla moda! Una chicca? Provatelo con i piatti a base di zenzero!
5.I profumi che compongono un vino si dividono in primari, secondari e terziari. I primari derivano dall’uva, i secondari dall’affinamento e i terziari dall’invecchiamento, che il Moscato non ha.
6.Il Moscato che rimane inutilizzato qualche anno è da buttare? Falso! Ammetto che a casa mia la bottiglia di Moscato che rimaneva nel tempo veniva poi buttata. Ma sembra che questa convinzione non riguardi solo casa mia, quindi attenzione a quello che sto per dirvi! Dal quarto al quinto anno, infatti, il Moscato Asti DOCG tira fuori quei profumi terziari che di suo non avrebbe. E diventa perfetto per abbinamenti pregiati!
7.Tutte le bottiglie del Consorzio Asti DOCG sono garantite da un processo di tracciabilità. Come? Sul sito astidocg.it è attivo un servizio che consente, inserendo il numero di serie e altri semplici informazioni reperibili su ogni bottiglia, di conoscerne la storia.
2 Comments
Grazie evviva l’Asti docg… Che è molto glam
Glam e buonissimo! :*