Per capire veramente un luogo se ne deve conoscere la storia, è un dato di fatto. Sono sicura che avrete sentito questa frase almeno un centinaio di volte in vita vostra e probabilmente vi sembrerà banale. Nel caso dell’itinerario che vi sto per proporre però nessuna affermazione sembra essere più calzante.
Scoprire il territorio bergamasco attraverso le molte vicende storiche di cui è stato protagonista è, infatti, un’esperienza coinvolgente che con la noia non ha nulla da spartire. Dimenticate le lezioni didascaliche da “gita scolastica”, qui si parla di saghe famigliari, intrighi politici, scaramucce e lotte intestine. Che voi siate appassionati di storia non importa: rimanere delusi è impossibile, promesso!
Informazioni utili per organizzare un viaggio a Bergamo e dintorni
Quest'articolo parla di:
Se vi ho incuriosito e siete pronti per un tuffo nel passato, avrete bisogno di qualche imprescindibile informazione preliminare; le possibilità offerte dalla provincia bergamasca infatti sono tantissime e, se non siete già pratici della zona, orientarsi in totale autonomia tra castelli, eventi e borghi può diventare una vera impresa.
Una soluzione a questo impasse però esiste e — fortunatamente! — è anche a portata di mano. Sto parlando del progetto “Di Famiglia in Famiglia” messo a punto da Provincia di Bergamo con la collaborazione di ben 23 diversi Comuni.
Si tratta di un vero e proprio itinerario che mira alla valorizzazione della storia locale, raccontata attraverso le peripezie delle principali famiglie nobiliari della zona. Un punto di vista insolito e affascinante che costituisce un ottimo punto da cui partire per la vostra esplorazione.
Vi consiglio inoltre di dare un’occhiata anche al sito di Visit Bergamo dove potrete trovare tantissime altre informazioni e suggerimenti utili per programmare la vostra visita nel migliore dei modi.
Visitare Bergamo
Non c’è che dire, Bergamo è stata una vera sorpresa per me. Le due anime di questa città, mi hanno letteralmente conquistato al primo sguardo!
Quando parlo di due anime, badate bene, non lo faccio in senso metaforico. Bergamo è veramente divisa in due zone distinte, Città Alta e Città Bassa, che prendono il nome — come potrete facilmente immaginare — proprio dalla loro posizione.
A causa del poco tempo non sono riuscita a visitare bene Bergamo Bassa e ne sono molto dispiaciuta. Nonostante questa sia infatti la zona più attiva del centro urbano, sono molti i luoghi che meritano una visita. L’Ex Oratorio di San Lupo, ora sede di esposizioni di arte contemporanea, i palazzi di stampo brutalista, le eleganti residenze liberty … ce n’è davvero per tutti i gusti!
Città Alta, arroccata sui colli che delineano il particolare skyline bergamasco, rappresenta invece il nucleo antico del centro storico, uno scrigno delle meraviglie.
Come arrivare a Bergamo Alta
Questo gioiello è raggiungibile in diversi modi. Il mio consiglio è di abbandonare la macchina in zona bassa e salire utilizzando la LINEA FUN.C della funicolare. In alternativa, se vi sentiste particolarmente coraggiosi, potrete giungere in cima a piedi percorrendo le famose scalette. Sicuramente una gran fatica, ma la ricompensa varrà ogni goccia di sudore!
Un buon compromesso, suggeritomi da diversi local, potrebbe consistere nel prediligere la funicolare per la salita e la passeggiata per la discesa. In questo modo infatti, oltre a risparmiare sul costo del parcheggio (decisamente elevato in area alta), riuscirete a gustarvi i vantaggi di entrambe le soluzioni senza eccessivi sforzi.
Cosa vedere a Bergamo Alta
Una volta arrivati quello che troverete è uno spazio bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato: boutique indipendenti, vecchi caffè, installazioni di arte contemporanea e soprattutto storia, storia in ogni angolo. Dalle Mura Veneziane che circondano il borgo, costruite a partire dal 1561 e ora patrimonio UNESCO, alle piazze colme di incredibili palazzi, ogni spot vi racconterà le vicende locali attraverso le imprese delle famiglie che hanno costruito e abitato questi luoghi.
Lo sapevate ad esempio che proprio qui hanno vissuto i Tasso, famosi per i letterati a cui hanno dato i natali e per aver inventato il moderno servizio postale? Non solo: è dal ramo tedesco di questa famiglia, Thurn und Taxis, che i taxi prendono il nome! A partire dal XVIII secolo, questa importante dinastia infatti decise di diversificare la propria offerta e cominciò a trasportare persone oltre che lettere.
Passeggiando per le poetiche viuzze vi imbatterete poi in dimore davvero degne di attenzione come quella che ospita il Luogo Pio Colleoni, un istituto a scopo benefico, fondato nel 1466 dal condottiero Bartolomeo Colleoni e tuttora in attività. Nonostante i molti secoli passati la fondazione, presieduta ancor’oggi dalla famiglia, ha continuato a rispettare e mantenere vive le volontà del proprio creatore. Al momento purtroppo il palazzo risulta chiuso, ma non temete, il buon capitano di ventura ha lasciato tracce per tutta la città.
La Cappella Colleoni
A lui si deve anche Cappella Colleoni, un vero e proprio mausoleo che Bartolomeo fece edificare tra il 1470 e il 1476 a seguito della morte dell’adorata figlia Medea. Per la realizzazione di un luogo di sepoltura degno del suo buon nome, il Colleoni fece addirittura abbattere parte dell’attigua Basilica cittadina.
La facciata, bellissima, è un manifesto umanistico perfetto, una trionfante celebrazione del gigantismo umano di cui Bartolomeo fu campione esemplare. Per questo motivo nel basamento sono raffigurate le fatiche di Ercole e, sempre per questo motivo, tra le statue di antenati illustri sovrastanti figurano niente meno che Giulio Cesare e Traiano. Sommando i loro anni di governo si ottiene infatti il numero 24 che — guarda caso — corrisponde al tempo in cui Bartolomeo è stato al potere. Coincidenze? Io non credo.
Il rosone invece rappresenta una ruota della fortuna sul cui apice è posto il condottiero, padrone della sorte e baciato da essa. Un piccolo particolare: a questa ruota non è permesso girare! Una trabeazione l’attraversa bloccandone il movimento: Colleoni è invictus e in quanto tale non suscettibile ai rovesci del destino.
Finché siamo in argomento, ecco a voi un piccolo segreto. La leggenda narra che toccare lo stemma di famiglia posto sul cancello d’ingresso porti fortuna. Chissà se sarà vero o no … Io nel dubbio ne ho approfittato!
Potrei andare avanti ore, ma non vorrei annoiarvi. Se foste interessati all’argomento vi consiglio di dare un’occhiata a SMILEVISIT, una sorta di guida digitale che ripercorre le vicende dei Colleoni, svelandone aneddoti e arcani. Sul sito del Luogo Pio della Pietà troverete poi tutti i contatti e le informazioni relative agli orari di apertura di questi siti.
Il Duomo e la Basilica di Santa Maria Maggiore
A fianco della Cappella Funebre, affacciati sempre su Piazza Duomo, si trovano poi la Cattedrale di Sant’Alessandro e la Basilica di Santa Maria Maggiore. Dal canto mio, nonostante il Duomo sia di notevole pregio (l’impianto architettonico è del Filarete!), ho adorato la Basilica. Le tarsie lignee di Lorenzo Lotto, il confessionale del Fantoni e le decorazioni dorate, mi hanno veramente lasciato a bocca aperta!
Attigua a Piazza Duomo, troverete Piazza Vecchia, slargo principale della città, su cui si affacciano il Palazzo della Ragione, la torre civica e il bellissimo Palazzo Nuovo.
Come avrete capito, la quantità di monumenti e storia in questo piccola parte di Bergamo è davvero tantissima! Per questo il mio suggerimento è quello di affidarsi alle mani esperte di una guida. Sul sito di Visit Bergamo vengono offerte diverse esperienze interessanti, ma qualora non foste ancora soddisfatti non esitate a rivolgervi direttamente agli infopoint, dove vi sapranno sicuramente fornire l’alternativa più adatta alle vostre esigenze.
Visitare Lovere
Dopo il tempo trascorso in città, cambiare aria sul Lago D’Iseo può essere un’ottima idea. A un’oretta di macchina da Bergamo si trova Lovere, annoverata tra “I Borghi più belli d’Italia” e semplicemente incantevole.
Il tempo trascorrerà lento tra una passeggiata sul lungolago, un gelato in Piazza 13 martiri e una ricognizione tra le vie del paesino.
L’atmosfera romantica che si respira ricorda quella di certi film: guardare gli edifici color pastello senza andare con la mente a Wes Anderson è impossibile! Così come sembra impossibile che nella piccola Lovere si trovi un’opera del grande Canova.
Ancora una volta il merito è di quelle famiglie nobili A portare Canova sul Lago d’Iseo, lontano da corti e palazzi, furono infatti i Tadini, la cui tragica storia sarebbe degna di un romanzo.
Galleria dell’Accademia Tadini
Il merito di aver portato l’arte di Canova sul Lago d’Iseo, lontano da corti e palazzi, fu di Luigi Tadini, conte originario di Crema e appassionato collezionista d’arte.
Le vicende che spinsero lui e la moglie verso il borgo bergamasco sono tutt’altro che felici. La coppia infatti decise di trasferirsi a Lovere nel disperato tentativo di sentire vicino il figlio Faustino, morto in questo luogo a seguito di un terribile incidente.
Ed è sempre in memoria di Faustino che Canova, invitato da Tadini a realizzare un’opera per la propria collezione, creò l’ultimo dei suoi capolavori. Lo scultore, assiduo corrispondente del giovane, decise infatti di creare un’impeccabile stele funeraria, ancor oggi visibile insieme al resto della collezione del conte.
L’amore di Luigi Tadini per l’arte e la musica era infatti tale da spingerlo ad aprire un’accademia con annessa galleria che, alla morte, venne lasciata in eredità alla popolazione di Lovere.
In tutta onestà, eccezion fatta per alcune opere, la collezione è piuttosto modesta. Nonostante ciò, vale la pena concedersi una visita anche solo per ammirare la meravigliosa villa affacciata sul lago. La commovente Stele di Canova, la biblioteca originale e la raccolta di porcellane faranno tutto il resto.
L’ingresso ha un costo di 10 euro, ma ogni prima domenica del mese poterete accedere gratuitamente grazie al progetto “Domenica al museo”. Qualora foste interessati, sul sito troverete tutte le informazioni necessarie per la prenotazione. Un’ultima — fondamentale — raccomandazione: controllate orari e giorni di apertura perché alla galleria Tadini sono stagionali!
Visitare Pagazzano
A 15 km dalla città, in piena pianura bergamasca, si trova il piccolo comune di Pagazzano. A prima vista sembra il classico paesino di campagna dove tutti gli abitanti si conoscono e si fermano ancora a parlare per strada.
Camminando per le vie del borgo più antico vedrete capannelli di anziani intenti a discutere delle ultime novità con la canna da pesca in mano, pronti ad andare appunto a pescare … nel fossato del castello!
Nonostante le piccole dimensioni infatti, a Pagazzano si trova un bellissimo castello nel cui fossato i residenti possono praticare la pesca sportiva. Tra l’altro non si sta parlando di un maniero di poca importanza, ma di una residenza viscontea che ospitò addirittura Petrarca e Francesco Bernardino Visconti, colui che ispirò il famoso Innominato di Manzoni!
Le vicende dinastiche legate a questo edificio sono tanto intricate, quanto appassionati. Solo per citarne una: alla morte di Bernabò Visconti, la dimora passò nelle mani dell’illegittimo Lancillotto, scatenando una succulenta scaramuccia.
Gian Galeazzo — erede ufficiale della casata e ufficioso responsabile della morte dello zio-suocero Bernabò — non prese bene quello che ritenne l’ennesimo affronto e decise di donare la residenza alla moglie-cugina Caterina … Altro che Dinasty!
Dopo numerose vicissitudini e cambi di proprietà, tra l’800 e il ’900 il castello venne adibito ad azienda agricola, cadendo lentamente in uno stato di totale abbandono. Finalmente riacquistato dal Comune nel 2000 e affidato alle amabili cure del Gruppo della civiltà contadina, il maniero attraverso decisivi interventi di restauro è finalmente tornato a risplendere.
L’atmosfera, la storia, il ponte levatoio ancora funzionante e la bravura dello staff (in abiti d’epoca!) sono certa vi conquisteranno. Sul sito troverete tutte le informazioni necessarie ad organizzare al meglio la vostra visita, ma qualora aveste bisogno di ulteriori chiarimenti non esitate ad inviare una mail: i ragazzi sono deliziosi e estremamente competenti!
Visita a Crespi d’Adda
Molti di voi conosceranno già Crespi d’Adda o almeno ne avranno sentito parlare; si tratta infatti, con buone probabilità, della tappa più conosciuta (Bergamo esclusa) di questo tour. Qualora così non fosse, vi consiglio subito di recuperare.
Per intenderci si sta parlando del villaggio operaio meglio conservato di tutta Europa, divenuto sito UNESCO nel 1995: una chicca imperdibile che farà letteralmente impazzire appassionati di architettura e archeologia industriale.
La storia del villaggio è anche — e soprattutto — la storia di una famiglia. Questo incredibile luogo nasce infatti per volontà di un singolo fenomenale uomo, Cristoforo Benigno Crespi che nel 1877 decise di aprire qui un grande opificio di ultima generazione.
Se sentendo tale cognome avete pensato a Cannavacciuolo, non siete nel torto. La bellissima villa in cui oggi si trova il premiatissimo ristorante dello chef era proprio la residenza estiva di questa famiglia.
Tornando a noi…Benigno fu sicuramente uno scaltro imprenditore tessile, ma anche un visionario con un grande sogno che il figlio Silvio ereditò e portò avanti. I Crespi non volevano costruire semplicemente una fabbrica, ma una sorta di “città ideale del lavoro” fondata sui principi della più moderna sociologia e medicina.
A sentire queste cose oggi scappa quasi un sorriso, lo so. Ma all’epoca, la portata avanguardistica delle innovazioni qui introdotte fu enorme! Pensate che per la prima volta si garantirono assistenza sanitaria gratuita, ferie obbligatorie e avanzamenti di carriera. Vennero costruite case, ospedali, scuole, piscine, centri ricreativi e, dulcis in fundo, una centrale idroelettrica per autoalimentare il villaggio.
La cosa più sorprendente è che questi edifici non solo sono ancora in piedi, ma anche perfettamente conservati, abitati e — nel caso della centrale — in funzione.
La visita a Crespi diviene così una vera esperienza. Un tuffo nel passato da cui uscirete estasiati.
Per garantirvi un’avventura ancora più immersiva, vi consiglio di fare tappa all’interno del vecchio asilo, dove si trova un museo multimediale. Questa costruzione è anche sede del Visitor centre che si occupa, tra le altre cose, di visite guidate ed eventi.
Organizzare la visita a Crespi d’Adda
Ho parlato di visite guidate e ci tengo a specificare una cosa: il villaggio è esplorabile anche in totale autonomia, ma sinceramente ve lo sconsiglio. Credo infatti che senza un aiuto sia molto difficile cogliere tutte le sfumature di questo luogo. Inoltre, per ragioni di sicurezza, la centrale e la fabbrica sono visitabili solo se accompagnati.
Per avere maggiori dettagli riguardo tour disponibili, prezzi e orari potete visitare il sito o contattare direttamente il centro visitatori.
Qualora invece decideste di evitare il tour guidato e procedere alla visita da soli, potrete acquistare presso l’Infopoint un kit dedicato.
Dove mangiare nei dintorni di Bergamo
Se dopo aver nutrito la mente vorrete — giustamente — riempire anche lo stomaco, non posso che segnalarvi Osteria Golosa Alchimia a Romano di Lombardia e Osteria da Mualdo a Crespi d’Adda.
Si tratta in entrambi i casi di locali specializzati nella rivisitazione della tradizione, ma le atmosfere che offrono sono completamente diverse.
Il primo è un ristorante curato e rustico che dispone anche di una piccola bottega dedicata ai prodotti locali. Per mia fortuna sono capitata a Romano di Lombardia durante l’evento “Romano medievale” e, considerata l’occasione, l’osteria offriva una cena a tema, deliziosa e interessantissima. Tra l’altro il locale si trova proprio a due passi dal castello cittadino; quindi, in caso di passeggiata digestiva sapreste già cosa vedere!
Il secondo è invece un elegante ristorante con uno splendido giardino e una cucina molto ricercata. Per pranzo vengono proposte due diverse tipologie di menù degustazione rispettivamente al prezzo di 25 e di 35 euro (a Ottobre 2022). Anche in questo caso la posizione è ottimale: Osteria da Mualdo è situato davanti alla bellissima villa castello dei Crespi, precisamente a metà strada tra il villaggio e la centrale.
Direi che per ora sia tutto; spero di avervi incuriosito, fornendovi anche qualche spunto interessante per i vostri prossimi weekend fuori porta. Se però così non fosse, non temete: sicuramente mi sentirete di nuovo parlare di queste zone tanto belle, quanto ricche di cose da scoprire!