Braulio, la mia esperienza #madeincima nella Val Sarentino.
Quest'articolo parla di:
Ci sono inviti e inviti. Quando ho ricevuto l’invito da Braulio la mia memoria è tornata a quando preparavo gli inviti per le mie feste di compleanno da bambina, a casa. Matite e pennarelli colorati, i brillantini da attaccare con la colla: la festa cominciava già da lì!
L’invito che mi ha mandato Braulio è a forma di stella, e a un invito a forma di stella nessuno mai ha detto di no!
Dunque il 6 di novembre mi faccio trovare pronta per la partenza, e dopo essermi spaccata un unghia e avere elemosinato un cerotto a chiunque, sono pronta (?) per il mio viaggio ad alta quota con Braulio.
Ora io lo so che voi penserete che io lo stia scrivendo perché di dovere, ma chi mi conosce sa che quando mi capita di ordinare un amaro al ristorante (e non capita spesso) la mia scelta va diretta al Braulio, oppure ad altri amari che siano a base di erbe, amari che siano amari insomma!
Braulio e la sua storia lunga 140 anni.
Quindi mentre sono in viaggio, in compagnia tra gli altri delle fashion blogger Zagu e Barbielaura,mi scartabello la storia e la ricetta di Braulio, e scopro che proprio quest’anno compie 140 anni! Era il 1875 e il farmacista Francesco Peloni si appassionava nella creazione di infusi e bevande salutari a base di erbe, tra cui appunto l’amaro Braulio.
Da allora la ricetta è rimasta segreta (argh!), ma di certo si sa che nell’amaro valtellinese sono presenti genziana, ginepro, assenzio e achillea moscata. Poi, come tutte le cose buone, c’è bisogno di tempo, e l’infuso se ne sta tranquillamente a dormire per due anni in tradizionali botti di rovere di Slavoni. Il risultato è quello che tutti conosciamo!
Braulio è anche Riserva, edizione speciale con tre anni di infusione
Quando ho pubblicato su Facebook la foto dell’invito ricevuto da Braulio, ho scoperto appassionati dell’edizione “Riserva” tra i miei amici, insospettabili professionisti che alla vista del Braulio mi hanno pregata di portare con me delle bottiglie! Sono quindi partita ancora più curiosa, non avendo mai assaggiato questa versione dell’amaro. E una volta arrivata in cima, alla fine di una strepitosa cena stellata che sto per raccontarvi, ecco il Riserva, che quest’anno compie 15 anni, un produzione limitata creata con lo scopo di rendere omaggio alle generazioni precedenti, con un’infusione che dura sino a tre anni che conferisce all’amaro un gusto e un aroma più intensi e un contenuto alcolico marginalmente più alto.
Braulio, la mia esperienza “Made in cima” nel ristorante stellato più alto d’Italia
Arriviamo poco prima di cena all’ Hotel Bad Schorgau in Val Sarentino. Siamo in Alto Adige e, c’è poco da dire, tutto è curato nel minimo dettaglio. Le aree comuni dell’albergo 4 stelle sembrano proprio un grande salotto e l’unica vera motivazione per lasciare l’albergo è la cena nel ristorante stellato più alto d’Italia!
Ebbene sì! Grazie a Braulio posso dire di aver cenato davvero “in cima”, nel ristorante dell’hotel Auener Hof , dove lo chef Heinrich Schneider prepara piatti che SONO opere d’arte (stavo per scrivere “sembrano”, ma no, lo sono proprio!).
Il nostro menù degustazione è lungo, ma grazie alle piccole porzioni riusciamo a mangiare tutto. Quando si dice che mangiare può essere un’esperienza, penso a momenti come questo. Nella perfezione di quel piatto c’è tutto il tempo che lo chef ha dedicato a sperimentare, ad abbinare e a comporre, e io vedo scorrere davanti a me questi piccoli capolavori di colore e sapore.
Davvero difficilissimo scegliere quale sia il piatto migliore di questa cena firmata Braulio. Di certo non dimenticherò l’uovo di gallina di stato brado con morchelle e caviale di lavarello. Il servizio non può che essere quello di un ristorante stellato: attento ma discreto. Viene a farci un saluto anche lo chef in persona, che viene travolto da un’ondata di complimenti! È la prima volta che vedo i dolci serviti insieme allo zucchero filato, sembra una nuvola di neve e per decorarlo ci sono anche i fiori: una gioia per gli occhi oltre che per il cuore.
E infine arriva lui, l’amaro Braulio nella sua doppia versione classica e riserva. Un po’ come assaporare la montagna, chiudendo in bellezza!
Ma non si è chiuso così il nostro week end, perché l’esperienza ad alta quota “Made in cima” non era solo quella al ristorante. Partendo proprio dallo stesso altopiano del ristorante, la mattina dopo Braulio ci ha portati davvero in alto, ma molto molto in alto: in elicottero!
Un’esperienza meravigliosa in una giornata di novembre che fa finta di essere maggio, col cielo azzurrissimo, il sole e gli alberi colorati d’autunno.
Avevo fatto questa esperienza molti anni fa, ma ero curiosa di ripeterla in età adulta (alcune esperienze in età diverse hanno tutto un altro impatto). Che dire? Sembra davvero di planare sulle montagne, un’esperienza che auguro a tutti di poter fare almeno una volta nella vita.
Per quanto mi riguarda non posso che ringraziare Braulio per queste esperienze ad alta quota!
2 Comments
A casa di mia madre non mancava mai il Braulio! quanti bei ricordi con questo post 🙂
è vero, ci sono dei prodotti che fanno fare proprio un tuffo nel passato! 🙂