Cosa vedere a Lecce in un giorno? Di seguito troverete i miei consigli e la mia esperienza per un piacevolissimo itinerario a piedi. Naturalmente come per ogni città, la visita di Lecce non si può esaurire in un solo giorno. Ma se questo è il tempo che avete a disposizione, avrete comunque modo di vedere molto! Questo anche grazie all’estensione piuttosto ridotta del centro storico.
La mia visita a Lecce è cominciata nel mio immaginario prima di partire. Immaginavo una città disegnata dalla luce, da sempre studiata come la più barocca delle città – di quel Barocco che è squisitamente salentino, così leggero e “frivolo”.
E quando finalmente sono stata a Lecce, i miei sogni, il mio immaginario su Lecce si sono trasformati in realtà, e la realtà si è rivelata ancora meglio della fantasia.
Lecce è una città meravigliosa, esplosiva, poetica, modellata dalla luce e dalla pietra. Se quindi state programmando una vacanza in Salento, non potete certo perdervi il suo capoluogo.
In questo post trovate qualche consiglio su cosa vedere a Lecce in un giorno, anche se sarà lei stessa a condurvi per mano e a portarvi alla scoperta delle sue meraviglie. Parcheggiate l’auto e dedicatele almeno una giornata intera. Non ve ne pentirete!
Cosa vedere a Lecce in un giorno: mappa interattiva
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Il centro storico di Lecce si presta alla perfezione a essere visitato a piedi. Qui di seguito vi lascio un itinerario con quelle che considero le tappe davvero imperdibili!
Porta Rudiae
È la più interessante e la più antica delle porte di Lecce. Il mio itinerario è a piedi a Lecce è partito proprio da qui.
Il nome Rudiae deriva dalla vicina città, poi andata distrutta, così come anche la porta originaria. Quella che vediamo ora è un rifacimento del 1703. Sovrasta la porta Sant’Oronzo, patrono di Lecce, affiancato da San Domenico di Guzman e sant’Irene, protettori minori di Lecce.
Chiesa di Santa Teresa
Insieme all’attiguo convento fu fondata nel 1620, anno in cui i Padri Carmelitani Scalzi ricevettero un ricco lascito.
Chiesa di Santa Elisabetta
Anticamente era dedicata a Sant’Andrea Apostolo. Non vi stupirà per acrobazie decorative, ma al contrario per l’armoniosa semplicità della facciata, con un piccolo portale rinascimentale.Non si tratta infatti di una chiesa barocca: l’edificazione risale al 1519.
Piazza Duomo
Certo se dovessi scegliere una sola cosa da vedere a Lecce sarebbe la Piazza Duomo. Non avevo mai visto nulla di simile. Piazze del Duomo a Lecce è uno dei rarissimi esempi di piazza chiusa su tre lati con un unico accesso da via Vittorio Emanuele II. Passeggiare per Piazza Duomo è come salire su un palcoscenico e camminare tra le quinte. Durante la giornata ci sono tornata più volte perché è incredibile come la luce modifichi profondamente la lettura della piazza nelle diverse ore del giorno. E che magia pensare che una volta le porte la sera venivano chiuse.
Ci sono rapporti impercettibili eppure evidenti che legano l’altezza del campanile con la larghezza del sagrato.
Il cortile del vescovado, aperto intorno al 1420, ha da sempre rappresentato il centro ecclesiastico della città (nonostante qui si svolgesse anche il mercato) in contrapposizione con piazza Sant’Oronzo, il centro laico della città.
In questo spazio magico della Piazza del Duomo si concentrano tutti gli artisti locali del Barocco e del Rococò. Quello che restituiscono è una convivenza tra architetture laiche ed ecclesiastiche che pur avendo una specifica individualità, dialogano in perfetta armonia. Ecco che nella stessa piazza, oltre alla Cattedrale, svettano anche i Propilei (dai quali si accede), il Campanile, L’Episcopio e il Seminario.
Il Campanile
Dall’alto dei suoi 70 metri il Campanile (costruito nella seconda metà del ‘700) ha fatto da punto di controllo su Adriatico e Ionio. La struttura ha cinque piani ed è completata da una cupola ottagonale con ballatoio, sul quale è collocata la silhouette metallica di Sant’Oronzo, patrono della città dopo la pestilenza del 1656.
Il Seminario
Collocato di fianco all’Episcopo, il Seminario occupa il lato nord ovest della piazza. Fu costruito tra il 1694 e il 1729 e rappresenta una delle eccellenze del barocco leccese. La struttura si presenta come un corpo di fabbrica unitario e compatto dall’impianto monumentale. Splendido il portale di accesso con le sue decorazioni.
Episcopio
La costruzione originaria dell’Episcopio, collocato tra il Seminario e la Cattedrale, risale al XV secolo. Seguì una prima ricostruzione tra il 1591 e il 1639 e un secondo ingrandimento nel 1758. L’edificio è caratterizzato da un elegante prospetto costituito da un portico arcato che si eleva su un basamento bugnato. All’interno, dove nel 1897 vissero i sovrani di Napoli, ci sono gli appartamenti di rappresentanza, con una grande galleria, l’abitazione del vescovo e gli uffici della Curia. Tra le opere conservate la statua policroma dell’Assunta di Nicola Fumo, una Vergine col Bambino attribuita al Catalano, la Crocefissione di San Pietro di Luca Giordano, una tavola veneziana della Vergine col Bambino e una Sacra Famiglia, provenienti dalla Chiesa del Carmine.
Duomo dell’Assunta
La prima costruzione risale all’epoca normanna, nel 1114. Fu poi ristrutturato in epoca sveva, nel 1230 e definitivamente modificato tra il 1659 e il 1670 per opera di Giuseppe Zimbalo. L’attuale edificio mantiene comunque in buona parte l’impianto originario, con due facciate differenti. La prima orientata a nord ovest e la seconda orientata a est. Ed è proprio questa ad essere stata pensata per esaltare il santo patrono della città, Sant’Oronzo, e per arricchire lo spazio scenografico della piazza in una quinta scultorea in cui si esprimono le massime maestranze degli scalpellini leccesi. I Santi scolpiti sono gli apostoli Pietro e Paolo, Gennaro e Ludovico da Tolosa con l’Assunta e Cristo, posti in asse con l’ingresso principale. Oronzo, Giusto, Fortunato (co-patroni della città) e due Virtù nel prospetto secondario.
L’interno del Duomo dell’Assunta è a croce latina a tre navate. Il soffitto è a cassettoni in legno ricoperto da lamina d’oro. Le tele raccontano la storia di Sant’Oronzo, patrono della città, cui è dedicato anche l’altare del transetto di destra.
Chiesa di Sant’Irene
Costruita tra il 1591 e il 1639, la chiesa fu dedicata a quella che, fino al 1656, fu la santa patrona della città. La fabbrica fu eseguita da maestranze leccesi, a spese dell’Università, su disegno di Francesco Grimaldi, il quale prese spunto da Sant’Andrea della Valle di Roma, dove egli stesso aveva lavorato. La facciata è disegnata su due ordini, scandita da parate sovrapposte e da colonne, intervallate in basso da nicchie e cartigli e in alto da finestroni. Il portale è sormontato dalla statua di Sant’Irene, eseguita nel 1717 da Manieri. Più in alto, sul cornicione marcapiano, c’è lo stemma civico della lupa col leccio coronato.
L’interno è a una navata aperta da profonde cappelle, semplice ma austero e riccamente decorato in stile barocco negli altari e negli archi. Di notevole interesse architettonico è la grandiosa tela del Tiso il “Trasporto dell’Arca”, collocata nella parete di fondo dell’abside.
Curiosità: nel 1860 nella chiesa si svolsero le operazioni per il plebiscito per l’unità nazionale.
Chiesa del Gesù o del Buon Consiglio
Costruita a partire dal 1575 per accogliere i Gesuiti, la chiesa andò a sostituire la vecchia Chiesa di San Niccolò dei Greci. In soli due anni la Chiesa era già aperta e funzionante, ma i lavori si protrassero ancora per qualche decennio. Il palese riferimento è quello della Chiesa del Gesù di Roma, che fece da modello a molte altre chiese della Controriforma. All’interno la chiesa custodisce preziose testimonianze pittoriche e scultoree collocabili tra la fine del XVI e l’inizio del XIX secolo.
Anfiteatro romano
Tra le cose da vedere a Lecce da non perdere è l’Anfiteatro Romano. Realizzato nel II secolo è la testimonianza più rilevante lasciata dalla civiltà romana a Lecce. La struttura è stata sepolta completamente a causa di frequenti terremoti, solo nel XX secolo ne è stata riportata alla luce una parte. La parte mancante è ancora nel sottosuolo. L’edificio era composto da colonne di tufo sormontate da arcate.
Il Castello di Carlo V
Il castello di Lecce è comunemente conosciuto come Castello di Carlo V, in onore dell’imperatore che nel 1537 ne ordinò l’ampliamento attorno alla struttura medievale edificata da Riccardo normanno Conte di Lecce.
Il complesso è la più grande struttura fortificata in Puglia e costituisce un vero e proprio palinsesto all’architettura militare del 500. Sono due le principali parti che rimandano alle due principali fasi di edificazione. La cinta esterna a forma trapezoidale con i quattro bastioni a forma lanceolata e il nucleo medievale interno, comprensivo delle torri magistra e mozza, separati da un sistema di cortili continuo.
Il castello fu dotato di un fossato, colmato a partire dal 1860 fino al 1872 per ragioni di igiene pubblica. Conserva le due porte originali che si aprono nella cortina ovest, la Porta Reale, ingresso del castello destinato a ricevere gli ospiti più importanti e nella cortina sud-est la Porta Falsa.
In età moderna il castello di Lecce è stato per lungo tempo (1860-1970) dato in concessione dal Demanio al Ministero della Difesa che lo ha utilizzato come sede della Caserma e del Distretto Militare di Lecce.
Dove dormire a Lecce
Scegliere di vivere una vacanza a Lecce vuol dire avere a disposizione diverse tipologie di strutture ricettive: b&b, case vacanze, residence o hotel a Lecce . In base alle vostre esigenze avrete la possibilità di trovare sicuramente la soluzione che più soddisfa le vostre richieste.
Io ho avuto il piacere si soggiornare al Chiostro dei Domenicani, fuori dal centro e per questo ideale per chi cerca un luogo tranquillo. Il nome non è casuale, si tratta infatti di un convento del XXV secolo recentemente ristrutturato. La ristrutturazione ha mantenuto intatti il valore storico e la bellezza del luogo. Gli spazi (camere, ristorante, aree comuni, ecc) sono ricavati nel rispetto della struttura preesistente, ma allo stesso tempo sono moderni e confortevoli.
Io devo dire che mi sono sentita davvero immersa in un’altra dimensione, silenziosa e rarefatta.
Oltre al pernottamento, è possibile cenare a Gimmi Restaurant, ristorante interno ma aperto anche agli ospiti esterni.
Nei miei viaggi a Lecce, mi è capitato di soggiornare anche presso l’Eos Hotel. Situato a breve distanza dal centro storico, è un hotel moderno con un tocco di design contemporaneo. Le camere sono spaziose e ben illuminate, e il personale è sempre disponibile a offrire consigli su come esplorare al meglio la città.
Dove mangiare a Lecce
Difficilmente mangerete male nel Salento, ma voglio consigliarvi un ristorante dove mangiare a Lecce. Si chiama Osteria 203, mi è piaciuta moltissimo l’atmosfera, informale ma curata, così come il menu. Certo ci sono i prodotti della tradizione, ma anche fantasia e coraggio di ripensare ai piatti più tradizionali. Io ho scelto le proposte di pesce e ne sono rimasta davvero soddisfatta! Osteria 203 è in Viale Francesco Lo Re 39.
Di tutt’altro genere, un altro indirizzo interessante per mangiare a Lecce è il Gimmi Restaurant. Si tratta del ristorante interno al Chiostro dei Domenicani, un boutique hotel molto suggestivo fuori dal centro. Il ristorante è aperto anche agli ospiti esterni. In cucina c’è lo chef Donato Episcopo, che reinterpreta ingredienti e ricette del territorio con fantasia e grande rispetto. Luci soffuse, ambiente moderno ed elegante, un posticino da segnare per una cena speciale!
I dintorni di Lecce sono davvero meravigliosi, motivo per cui consiglio caldamente un on the road in Salento. Prima fra tutte, non perdete per nulla al mondo la splendida Nardò. Trovate i miei consigli nel post dedicato alle vacanze in Salento.
Cosa vedere a Lecce di sera
Passeggiare a Lecce è la scelta migliore per scoprire la città, che sia di giorno o di sera. Il mio consiglio è quello di ritornare anche nei luoghi in cui siete stati di giorno per godere della bellissime chiese illuminate, e in particolare della Piazza Duomo con i suoi monumenti, che regala sorprese a tutte le ore.
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