La Bellezza salverà il Belpaese? Potrebbe. Fondazione Italia Patria della Bellezza parte proprio da qui.
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Se l’Italia sia il Paese più bello del mondo, fatico a dirlo con certezza. Avrei dovuto girare tutto il mondo per sostenerlo, e poi si sa: da dentro le cose si vivono diversamente. Soprattutto se si è italiani. Perché noi siamo fatti così: guai se qualcuno da fuori ci “tocca l’Italia”, ma noi non perdiamo occasione per denigrarla, per sminuirne i meriti e per elencarne le mancanze. Prendi un oscar, ad esempio. Non ti è piaciuto “La Grande Bellezza”? Non l’hai capito? Ti sei addormentato? Ok, prendilo come un dato di fatto, e per una volta, santo cielo, vai in giro un po’ gongolando perché è il TUO Paese ad aver vinto un oscar… Niente, non ce la facciamo. Ci sono posti nel mondo in grado di trasformare dei sassi in pietre preziose, luoghi in cui il più anonimo dei monumenti diventa il fulcro di interesse di aziende e investitori, mentre qui a fatica conosciamo il patrimonio della nostra stessa città. A dirlo è anche una recente ricerca del Reputation Institute: gli Italiani che amano l’Italia sono poco più del 50%, mentre gli stranieri che amano il Belpaese sono oltre il 65%. Certo, un’Italia in cui tutti avessimo vera consapevolezza della bellezza e del suo valore, sarebbe un’Italia più ricca, sotto ogni punto di vista. Sarebbe un’Italia più colta, e io credo anche un’Italia con un senso civico più forte. E un’Italia fatta di persone consapevoli del valore della bellezza, sarebbe anche un’Italia capace di fare sistema dove oggi invece sembrano esistere solo soggetti indipendenti che lavorano in autonomia senza un obiettivo comune, una strategia, una meta, che dovrebbe essere quella di un Paese che va dritto verso il futuro puntando su quanto di più vero e insostituibile ha: la bellezza. Ed è proprio questo il pensiero che ha dato origine alla fondazione presentata ieri a Milano, una fondazione che nella scelta del nome mostra tutto il coraggio di chi è convinto del proprio “prodotto”: “Italia Patria della Bellezza”.
Avendo una formazione storico artistica, ho sentito e incontrato tante persone che hanno dato il via a progetti culturali, tutti mossi da grande sensibilità e professionalità, ma che spesso sono rimasti ai margini perché manchevoli di qualcosa che oggi non può più mancare ad un progetto che vuole fare la differenza: il senso imprenditoriale. Per questo Italia Patria della Bellezza mi sembra avere tutte le carte in regola per diventare il volano di interventi di carattere. Il suo presidente non è solo un grande estimatore dell’Italia, ma anche un professionista con alle spalle 30 anni di esperienza nella consulenza d’impresa intorno ai temi del branding e una lunga attività sa sostegno del Made in Italy.
Si chiama Maurizio di Robilant, e a sentirlo parlare si ha proprio la sensazione che questa “impresa di bellezza” possa proprio funzionare. Come? Trattando la Bellezza proprio come se si trattasse di un’impresa. Con una visione, innanzitutto. Così come è normale pensare al “sogno americano”, deve diventare automatico pensare alla “bellezza italiana”, perché è questo il talento del nostro Pese, al pari della “qualità tedesca” e della “precisione svizzera”. Con una missione, che è proprio quella di trasformare questo potenziale in una vera risorsa. Con una “marca”, la marca Italia, come facile strumento di promozione e comunicazione. Come? Attraverso quattro principi fondanti: quello del misurare la soddisfazione dei turisti in Italia, quello dell’educare alla bellezza partendo dalle scuole, quello dello sviluppare proposte sempre più esperienziali e quello del promuovere il patrimonio con iniziative che operino in sinergia.
Insieme al presidente Maurizio di Robilant, la Fondazione è composta da Andrea Illy (presidente della Fondazione Altagamma e Ceo Illycaffè), Diego Visconti (presidente della Fondazione Italiana Accenture), Giovanni Lanzone (sociologo e giornalista), Paolo Anselmi (vice presidente di GFK Italia), Marco Fanfani (Ceo di TBWA Italia), Matteo Farneti (findatore di Milano Forward), Edoardo Andreoli (socio corporate di Studio Chiomenti) e Francois de Brabant (presidente di Bu Between, gruppo Ernst & Young).
Per saperne di più e perché no, per partecipare attivamente alle azioni della Fondazione, scrivete a italia@patriadellabellezza.it.