Jungfraujoch, viaggio sul tetto d’Europa – I viaggi sono tutti belli se si è come me. Sono felice ogni volta che piego due magliette e le caccio in una borsa. Anche se so che sto facendo una pessima valigia, non mi importa.
Sono felice di andare altrove, e non perché non sia felice dove sono. Amo la mia città come nessun’altra, ma sapere quante cose ci suono fuori… Beh, se state leggendo queste righe è perché anche voi siete bulimici di mondo, e non c’è bisogno che vi spieghi come vi sentite ogni volta che siete in partenza.
Ci sono però viaggi che sono viaggi all’ennesima potenza, sono tutto quello che speravi, ma moltiplicato per due + tutto quello che non potevi immaginare.
Recentemente questo mi è successo con lo Jungfraujoch, dai 0 metri sul livello del mare di Milano ai 3471 di questo che è il luogo più alto in Europa raggiungibile in treno. Siamo in Svizzera, nel Cantone dell’Oberland Bernese.
Jungfraujoch, Top of Europe
Quest'articolo parla di:
- Jungfraujoch, Top of Europe
- Jungfraujoch, la storia di un sogno che si è avverato
- Jungfraujoch, come organizzare il viaggio
- In treno dall’Italia
- Jungfraujoch prezzi dei treni
- Jungfraujoch consigli prima di partire
- Una foto pubblicata da Chiara Carolei (@conunviaggionellatesta) in data: 21 Ott 2016 alle ore 23:46 PDT
- Nei dintorni di Jungfraujoch: salire su Piz Gloria
A onor del vero “Top of Europe” è una denominazione imprecisa: non siamo nel punto più alto d’Europa ( che rimane il Monte Bianco) ma nel punto più alto raggiunto da un ferrovia. Che non è poco. Perché questo significa che chiunque (sì, chiunque!) goda di buona salute (l’altitudine ha delle controindicazioni) può arrivare quassù facilmente. E per quassù si intende a 3471 metri, così in alto che l’aria è tersissima e fa battere il cuore forte, così in alto che il Sole, santo cielo, sembra davvero di poterlo toccare con un dito! Così in alto che “ehi, ma quanta luce riflette la neve”?! Così in alto che davvero non avresti mai pensato di arrivarci.
Jungfraujoch, le mie emozioni
L’avvicinamento, treno dopo treno, è la scoperta di luoghi che sembrano esistere in un’altra dimensione. Paesini diradati sui monti, valli che scendono a picco. Il saliscendi nel verde e negli alberi, e via via il freddo che è sempre più freddo. Arrivati all’ultima fermata della stazione, il primo impatto con la grande distesa di ghiaccio e di neve è dalle grandi vetrate. Poi su, con l’ascensore, fino al tetto dell’Europa. Tutto qui è più di quello che conosciamo.
Il bianco è molto più bianco di quello che abbiamo imparato essere il colore della neve. Il cielo è azzurro senza sfumature, come quello che disegnano i bambini senza mai cambiare pastello. La luce è accecante, è esagerata, è abbagliante, è quella che ti fa capire che sei davvero in alto. E il freddo, così pungente, è quello che ti fa ridere a crepapelle. Lassù, dove è stata impiantata la bandiera della Svizzera, tutto sembra possibile. Tranne resistere al freddo, forse 😉
La galleria di ghiaccio
Così emozionante da togliere il fiato, ma forse non come attraversare la galleria sottoterra, proprio all’interno del ghiacciaio. Tutto qui è lucido, freddo e trasparente. Ghiaccio sotto ai piedi, ghiaccio sopra la testa, ghiaccio sulle pareti. Un lungo tunnel che sembra quello di un sogno, di una dimensione sospesa, di una zona in cui si rimane in attesa.
Ecco, io qui, ve lo posso dire, mi sono proprio emozionata. Con quella cosa che ti prende quel groppo in gola mentre pensi di essere davvero fortunata.
Jungfraujoch, la storia di un sogno che si è avverato
La montagna è sempre stata lì, per carità, ma c’è un uomo che dobbiamo ringraziare, uno svizzero di nome Adolf Guyer-Zeller. Se oggi anche noi comuni mortai, non alpinisti, non scalatori, non supereroi, possiamo passeggiare a un centimetro dal Sole è soprattutto merito suo. Siamo alla fine dell’Ottocento e questo industriale durante una passeggiata pensa che sarebbe bello scavare una galleria tra Eiger e Mönch e costruire una ferrovia a cremagliera che raggiunga la vetta della Jungfrau. Una cosetta da nulla. Dal sogno alla realtà la strada è stata davvero in salita: molti gli operai morti (quasi tutti italiani) e lo stesso Guyer-Zeller muore prima dell’inaugurazione, avvenuta il 1° agosto del 1912.
Jungfraujoch, come organizzare il viaggio
In treno dall’Italia
Il bello del viaggio, talvolta, è anche il viaggio. Lungo, lento, fatto di tante tappe. Ma incredibilmente bello. In arrivo da Milano, da dove partono i collegamenti per Berna, i treni da prendere non sono meno di 5 per un totale di 6 ore. Sei nel mio caso che non ho preso il diretto Milano-Berna. Per questo vi consiglio di fare con un po’ più di calma rispetto a quanto ho fatto io, di arrivare magari anche nel pomeriggio a Wengen e il giorno dopo risalire fino a Jungfraujoch, in questo modo ve la godrete di più.
Prima o dopo questa tappa, vi consiglio un paio di giorni a Berna.
Le tappe verso Jungfraujoch
Berna – Interlaken (50 minuti circa)
Interlaken Lauterbrunnen (circa 20 minuti)
Lauterbrunnen – Wengen (15 minuti circa) – vi consiglio di fermarvi qui e pernottare. Io ho dormito all’Hotel Regina, dove c’è anche un buon ristorante.
Wengen – Kleine Scheidegg (25 minuti circa)
Kleine Scheidegg – Jungfraujoch (50 minuti circa)
Lo so, leggere tutte queste tappe vi fa passare la voglia. Ma credetemi, una volta in viaggio apprezzerete ogni treno, ogni panorama dal finestrino, ogni tappa.
Ripeto, vi sconsiglio di farlo direttamente dall’Italia, anche se devo dire ha il suo perché, ma il rischio è quello di godersi le cose a metà a causa della stanchezza.
Jungfraujoch prezzi dei treni
Non è facile darvi un prezzo definitivo del viaggio in treno perché le tariffe variano a seconda di come riuscirete a organizzarvi. Il biglietto da Interlaken a Jungfraujoch costa circa 100€, ma se acquistate lo Swiss Pass avrete il 50% di sconto sulle ferrovie di montagna ( se non comprese nel Pass) e il 25% per Jungfraujoch. Lo stesso vale per il treno per Berna. In occasione dei mercatini di Natale, ad esempio, ci sono promozioni davvero allettanti per raggiungere la capitale svizzera dal 3 al 24 dicembre, a soli 25 euro. Oltre alle tariffe speciali per il periodo delle Feste, è ancora in vigore sui collegamenti Eurocity la tariffa MINI, da acquistare almeno 21 giorni prima della partenza.
Si viaggia tutto l’anno a partire da 19 euro da Milano a Berna (rispetto ai 74 € della tariffa standard). La tariffa MINI è a posti limitati e variabili. I biglietti non sono modificabili, né rimborsabili.
Jungfraujoch consigli prima di partire
Consigli così semplici che sono quelli più a rischio 🙂
- – Stipulate un’assicurazione viaggio. Per una piccola cifra vi farà stare molto più tranquilli. Io ho speso 24€ per 4 giorni con Allianz Global Assistance per avere copertura sugli infortuni e, visto che c’ero, anche su smartphone e tablet, costava pochi euro in più! Ora farà ridere però ho pensato che a camminare sui ghiacchi e sulla neve a quasi 4000 metri non c’era da scherzare!
- – Partite con un abbigliamento adeguato. Scarpe soprattutto: che siano da trekking e adatte a camminare sul ghiaccio, meglio se un po’ calde. Io le ho comprate apposta, la meravigliosa commessa di Decathlon mi ha fatto da personal stylist. Per le mie scarpette arrampicatrici ho speso 70€, non poco ma credo che questa sia la spesa più importante che dovete fare insieme all’assicurazione. Rischiate di rovinarvi la vacanza perché non riuscite a camminare sul ghiaccio, o peggio perché cadete! Per il resto ovviamente indumenti caldi. Ma è più facile avere piumini e maglioni già nell’armadio. Meglio se portate con voi anche una maglia termica, sciarpa, cappello, guanti (io li avevo lasciati in valigia, pensavo di morire!), una bella calzamaglia e siete perfetti omini Michelin!
- Suddividete il viaggio per non arrivare troppo stanchi. Potete pernottare ad esempio a Interlaken oppure a Wengen, dove ho pernottato io. È un paesino molto tranquillo ma ben servito, nel caso vogliate anche fare una passeggiata tra i negozi. A Wengen potete dormire all’Hotel Regina, un 4 stelle confortevole con un buon ristorante che propone piatti della cucina francese e internazionale. A proposito di mangiare, non perdetevi il Ristorante Bären dell’omonimo albergo. Un ambiente caldo e piacevole, arredi in legno e tanti piccoli dettagli che fanno atmosfera. Io ho provato il cinghiale cucinato accompagnato da castagne e pesche, una vera delizia!
Una foto pubblicata da Chiara Carolei (@conunviaggionellatesta) in data:
Nei dintorni di Jungfraujoch: salire su Piz Gloria
Se avete un po’ di tempo volete fare il pieno di panorami mozzafiato e montagne, vi consiglio di salire anche a Piz Gloria, primo ristorante girevole al mondo. Costruito appositamente per girare uno dei film di James Bond “Al servizio segreto di Sua Maestà” nel 1969, è diventato meta di pellegrinaggio di appassionati del genere, ma non solo!
Leggete il post dedicato a Piz Gloria per scoprire tutto, anche come arrivare!
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