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Nonostante le modeste dimensioni, Reggio Emilia è ormai una città riconosciuta a livello internazionale grazie ad alcune specialità gastronomiche che l’hanno resa celebre. Primo fra tutti il Parmigiano Reggiano!
Ma Reggio Emilia in realtà è in grado di offrire molto di più che ottime cene, gustose merende ed eccellenti bevute (che beninteso non guastano mai). Questa incantevole cittadina infatti è anche un vivo centro culturale volto al contemporaneo, ricco di iniziative coraggiose, musei all’avanguardia e ispirati interventi architettonici.
Seguitemi per un itinerario in città dicco di arte ed eccellenze gastronomiche!
Come arrivare a Reggio Emilia
Quest'articolo parla di:
Arrivare a Reggio Emilia è veramente semplice: oltre alla propria uscita autostradale, la città è molto ben collegata via treno e da qualche anno è raggiungibile anche con l’alta velocità. Nel 2013 infatti è stata inaugurata la futuristica Stazione Reggio Emilia AV Mediopadana, progettata da niente meno che Calatrava.
Arrivare a Reggio Emilia in treno
Giungere in città e ammirare subito una costruzione così imponente e avveniristica è sicuramente un buon modo di cominciare la visita, ma forse non il più pratico. La stazione AV, al contrario di quella storica dove fermano solo regionali, infatti si trova a circa 4 km di distanza dal centro storico, rendendo obbligatorio l’uso di taxi o bus (linea 5 o 9) una volta arrivati.
Come accennato prima, propendendo per il regionale eviterete questo problema, ma sarete comunque molto limitati negli spostamenti. Alcuni dei luoghi che vi proporrò non si trovano in centro e — lo dico per esperienza — il servizio autobus in Emilia non è dei migliori.
Arrivare a Reggio Emilia in macchina
Per questo motivo vi consiglio di preferire, se possibile, la macchina: in questo modo infatti potrete anche se vorrete fermarvi a visitare i paesini circostanti o passare la serata sui colli in totale libertà.
Un’ultima dritta prima di cominciare: agosto non è probabilmente il mese migliore per visitare Reggio Emilia e dintorni, meglio aspettare la fine del mese o le prime settimane di settembre. A mio parere infatti Il gran caldo e le molte chiusure per ferie renderebbero la vostra gita più difficile da organizzare e meno piacevole.
5 cose da fare a Reggio Emilia in un giorno
Visitare la Collezione Maramotti
Come prima cosa vi consiglio di cominciare la vostra esplorazione con una visita all’incredibile Collezione Maramotti: un tesoro poco conosciuto, ma imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea.
Il cognome Maramotti probabilmente non sarà nuovo a molti di voi. Se sentendolo nominare avete pensato al fondatore del gruppo Max Mara siete nel giusto: l’ideatore di questa raccolta è proprio lui! Si tratta dello stesso Achille Maramotti che creò nel 1951 il suddetto e celebre brand di prêt-à-porter. Questo famoso imprenditore, conosciuto per la sua creatività e le idee all’avanguardia, fu infatti anche un grandissimo appassionato e collezionista d’arte.
Non solo collezionista in realtà, ma anche mecenate: durante gli anni ‘70, Maramotti decise di mettere a disposizione del pubblico la sua personale raccolta artistica. All’epoca le opere erano esposte all’intero di quello che era lo stabilimento Max Mara, un bellissimo edificio di matrice razionalista, situato in via Fratelli Cervi 66.
Nel 2003, a causa del considerevole ampliamento dell’azienda, la produzione fu spostata in un nuovo complesso. È a partire da questo momento che l’originale sede venne convertita esclusivamente in spazio espositivo.
Dopo alcuni necessari interventi di risistemazione, affidati all’architetto inglese Andrew Hapgood, la collezione aprì le porte al pubblico nel 2007. Un generoso dono alla comunità da parte del povero Achille Maramotti che, deceduto nel 2005, non riuscì purtroppo a vedere realizzato il sogno di una vita.
Uno splendido regalo davvero considerata l’importanza degli artisti esposti in permanente. Visitando questa raccolta infatti avrete la possibilità di ripercorrere la storia dell’arte dal secondo dopoguerra a oggi. Potrete ammirare opere internazionali e italiane, inserite all’interno di uno splendido esempio di archeologia industriale.
Come organizzare la visita alla collezione
Mi credete se vi dico che la visita a questa raccolta non solo è gratuita, ma anche accompagnata? Lo so, sembra impossibile e invece è proprio così! Tutto quello che dovrete fare è prenotare sul sito la data e l’orario che preferite e il gioco è fatto. Attenzione però: le visite — che sono rivolte a un massimo di 25 partecipanti — si svolgono solo in determinati giorni e a orari precisi.
La collezione permanente è infatti aperta solo dal giovedì alla domenica e i tour guidati, come sempre, hanno un orario di partenza prestabilito: il giovedì e il venerdì ha luogo solo una visita che comincia alle 15.00, mentre Il sabato e la domenica potrete scegliere tra il tour pomeridiano delle 15 o quello mattutino delle 10.30.
Ecco svelato il motivo per cui vi ho consigliato di scegliere questa come prima tappa del vostro itinerario. Considerato che la visita ha una durata di circa due ore e mezza, se sceglierete come orario le 10.30, vi libererete proprio prima di pranzo e avrete poi tutto il pomeriggio a vostra disposizione.
Ovviamente Collezione Maramotti non è l’unico museo in città e se non siete ancora stanchi d’arte potrete passare il pomeriggio a Palazzo Magnani, luogo in cui si svolgono le principali mostre temporanee di Reggio Emilia.
Questo bellissimo palazzo del XVI secolo purtroppo non ospita alcuna collezione permanente quindi, prima di partire, vi consiglio di controllare il loro sito per farvi un’idea del programma in corso.
Visitare la Cattedrale di Santa Maria Assunta
A Reggio Emilia l’arte di oggi trova spazio persino in Cattedrale: all’interno di Santa Maria Assunta, duomo della città, infatti sono presenti dei veri e proprio capolavori di Arte Sacra contemporanea.
La vicenda in realtà è piuttosto complicata e alquanto avvincente. Per farla breve: nel 2003, in occasione del restauro della Cattedrale, si decise di procedere anche con un ormai necessario ammodernamento dei nuclei liturgici. L’allora vescovo Mons. Adriano Caprioli, in accordo con un team di esperti istituito per l’occasione, scelse coraggiosamente di affidare il progetto ad alcuni artisti di fama mondiale.
Così per l’ambone venne chiamato Hidetoshi Nagasawa; per la cattedra vescovile Jannis Kounellis; per l’altare Claudio Parmeggiani e per il candelabro pasquale Ettore Spalletti. A Hidetoshi Nagasawa venne inoltre commissionata la creazione di un Crocifisso da porre sopra l’altare.
Un progetto ambizioso e controcorrente che purtroppo non possiamo ammirare in tutta la sua interezza. A causa delle grandi polemiche suscitate dalla troppa modernità delle opere infatti, l’intenzione originaria non venne rispettata. Ancora prima dell’inaugurazione alcuni di questi splendidi lavori vennero rimossi dalla chiesa.
La cattedra di Kounellis, un bellissimo esempio di arte povera, giace dimenticata in qualche deposito. Lo stesso vale per la croce di Nagasawa alla quale però è toccata — fortunatamente! — una sorte migliore. Essa infatti, dopo mille peripezie, oggi troneggia su un altare: quello di San Giovanni Bono a Milano.
Nonostante questa triste vicenda, all’interno di Santa Maria Assunta potrete comunque vedere le opere sopravvissute alla valanga di critiche. Vi prometto che ne varrà la pena!
Piccolo consiglio per gli appassionati di storia: a due passi dal Duomo, affacciato sulla medesima piazza, si erge il palazzo del Comune al cui interno si trova la Sala del Tricolore, nome tutt’altro che casuale. Fu proprio in questa sala infatti che nel 1797 nacque il vessillo che sarebbe poi diventato la nostra bandiera nazionale.
Questo spazio è visitabile gratuitamente e segue gli orari dell’omonimo Museo del Tricolore. In caso foste interessati, considerate che la sala è ancor’oggi in uso per matrimoni e consigli comunali. Pertanto vi suggerisco di telefonare preventivamente per essere sicuri di poter accedere nella data da voi prescelta.
Visitare i teatri di Reggio Emilia
Se non siete appassionati d’arte non temete, Reggio Emilia offre valide alternative anche agli amanti di teatro e danza.
In piazza Martiri del 7 luglio troverete il Teatro municipale Romolo Valli, un bell’esempio di teatro all’italiana, costruito negli anni ‘50 dell’Ottocento dall’architetto modenese Cesare Costa.
Oltre a proporre ogni anno stagioni ricchissime e stimolanti, questo teatro organizza un’interessante iniziativa che prende il nome di “Teatro Segreto” e farà impazzire gli appassionati del settore. Con soli 5 euro infatti potrete visitare, accompagnati da una guida, tutti gli spazi normalmente interdetti al pubblico scoprendo aneddoti e segreti di questo luogo pieno di storia.
Non ho foto da mostrarvi purtroppo, ma vi garantisco che è un’esperienza emozionante!
Anche in questo caso vi invito a controllare il sito o seguire le pagine social per rimanere aggiornati e controllare date e orari; al momento, ad esempio, le visite sono sospese per la pausa estiva.
Se vi piacciono queste esperienze da insider e adorate — come me — l’arte coreutica, è giunto il vostro momento. In molti saprete di certo che Reggio Emilia è il luogo natale di Aterballetto, compagnia di danza contemporanea fondata nel 1977, che si esibisce con tournée in tutta Europa.
Non tutti saprete però che a Reggio Emilia oltre a poter ammirare questi meravigliosi danzatori a teatro o durante gli spettacoli all’aperto ai Chiostri di San Pietro, potrete assistere dal vivo anche alle loro prove.
Presso la Fonderia, sede della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, infatti potrete assistere sia ad alcune esibizioni “ufficiali”, sia ad alcune prove aperte.
I biglietti per le prove hanno un costo di 3 euro e sono acquistabili esclusivamente online fino a un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Per ulteriori informazioni controllate sul sito, dove potrete trovare anche la programmazione completa degli spettacoli.
Fare shopping a Reggio Emilia
Dopo tutta questa cultura, un po’ di sano shopping non guasta di certo! Lungo le vie del centro, oltre alle ormai onnipresenti grandi catene, potrete scovare alcuni negozietti davvero speciali, dove trovare qualcosa da comprare sarà molto semplice.
Ogni volta che vado a Reggio Emilia non posso esimermi dal fermarmi alla Libreria All’Arco, entrata dal 2020 a far parte della catena Librerie.coop. Questo punto vendita disposto su due piani è architettonicamente bellissimo e molto ben fornito, con una selezione di libri d’arte e cataloghi davvero invidiabile.
Il secondo negozio a meritare una visita è Domestica, situato nella deliziosa Piazza Fontanesi e posto perfetto se dovete fare (o farvi) un regalo originale. Qui potrete trovare qualsiasi cosa desideriate: oggetti di design, cibo organico, cosmetica, bigiotteria handmade e accessori di ogni tipo.
Se di regali stiamo parlando personalmente suggerisco anche L’Art De L’Argent: adorabile bottega di gioielli artigianali in argento in via Farini, una delle strade più carine del centro.
E per chiudere in bellezza, parliamo di profumi. Saprete di essere arrivati da Floris, al numero 1/F di Via Emilia San Pietro, quando verrete travolti da un effluvio meraviglioso che vi spingerà a entrare in negozio senza un minimo di esitazione. In questa boutique troverete tutti gli oggetti necessari alla cura della persona e a quella dell’anima: profumi, prodotti cosmetici, fiori e candele.
Fermarsi a bere e mangiare cose buone
Tutti conoscerete il Parmigiano Reggiano, il Lambrusco o l’aceto balsamico tradizionale di Reggio. Da non confondere con quello di Modena, mi raccomando: in Emilia ci teniamo a queste cose!
Alcuni di voi invece avranno sentito parlare dell’erbazzone e forse, per loro fortuna, lo avranno anche assaggiato. Nel caso non sapeste di cosa stia parlando si tratta di una sorta di torta salata — anche se è riduttivo definirla tale — ripiena di erbette e capace di conquistare chiunque al primo morso.
Insomma, si potrebbe andare avanti ore a elencare le prelibatezze proposte dalla cucina locale, Se vi ho incuriosito e siete pronti a scoprire questo aspetto inedito del capoluogo dell’omonima provincia emiliana, di seguito troverete una lista degli indirizzi per me più gustosi in città!
Se siete amanti dei cocktail dovete assolutamente provare Jigger-spiriti e cucina. Ad accogliervi troverete uno staff giovane e competente, un locale dal gusto retrò e soprattutto una selezione di drink e alcolici d’eccellenza. Il menù cambia frequentemente, ma le proposte sono sempre di altissimo livello e pensate per incontrare e coccolare tutti i palati. Una scoperta nuova ad ogni visita insomma. Il mio preferito al momento? il Roses Fizz, senza dubbio.
Per gli amanti delle atmosfere curate c’è invece Casa delle Sementi, una caffetteria-brasserie ricavata da un vecchio negozio di fiori in Piazza Casotti. Ideale per aperitivi, questo locale offre anche diverse soluzioni leggere perfette per light lunch o brunch domenicali. La vera ciliegina sulla torta? Tra una portata e l’altra potrete perdervi nel corner dedicato a fiori recisi e piante.
Per cene più sostanziose vi consiglio Trattoria Botte Gaia e Herbe, entrambi situati in pieno centro storico. Il primo è un’osteria emiliana che propone piatti della tradizione; il secondo un ristorante vegano e sperimentale.
Mangiare fuori città
Se invece siete ormai stanchi della città e volete godervi qualche ora di relax in provincia, prendete la macchina e dirigetevi nella vicina frazione di Scandiano, dove potrete gustarvi una cena tradizionale circondati dal verde. Il ristorante si chiama Gattonero-Osteria con Giardino e offre una cucina del territorio — totalmente fatta a mano! — accompagnata da una valida selezione di vini. Tra tutti quelli proposti questo è sicuramente il ristorante che preferisco. Come potrebbe essere il contrario, infatti, se qui ogni volta riesco a ritrovare sapori che ricordano quelli della nonna, un’atmosfera romantica e un servizio impeccabile?
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